Lo stato delle arti… nella videoarte. Sembra essere questa la missione di Videoart Yearbook 2006, rassegna annuale – alla prima edizione – organizzata dal settore arte contemporanea del Dipartimento delle Arti Visive dell’Università di Bologna, diretto da Renato Barilli. A tale scopo verranno visionate le opere video prodotte dal settembre scorso fino a questo giugno, con una certa tolleranza, nella prima edizione, nei confronti di opere anteriori che risultino di particolare rilevanza, sia nella carriera dell’autore che nella storia del mezzo. I diversi video verranno accorpati in tre lunghe sequenze, di un’ora e mezza ciascuna, secondo criteri a cura degli organizzatori, ispirati comunque a offrire una larga immagine delle varie possibilità tecniche e stilistiche consentite dal mezzo, giocando quindi più su ben calcolati contrasti che per filoni omogenei. Dal brano documentario e quasi di taglio sociologico alla visione fantastica che si spinge fino nei territori della fantascienza, dagli aspetti del corpo e delle sue manifestazioni alle trovate di sapore concettuale, fino al ricorso alle tecniche di animazione, con la sfida tra l’utilizzo dei più avanzati e sofisticati mezzi tecnologici e invece il recupero di una manualità abile e suggestiva. Le tre serate saranno accompagnate da opportuni materiali critici e didattici, volti a una presentazione dei singoli autori e dei loro prodotti. Non si esclude l’eventualità che il tutto possa sfociare in seguito in un catalogo a stampa, cioè in un vero e proprio annuario. Bologna peraltro può vantare un primato, il fatto di essere stata forse la prima città al mondo a installare, nel gennaio 1970 – in occasione della mostra omonima Gennaio 70 – un sistema di monitor a circuito chiuso in cui venne consentito di visionare numerosi pezzi di videoarte, soprattutto di artisti dell’Arte povera, direttamente registrati su nastro magnetico o nei loro studi o in esterni di loro scelta.
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