Categorie: Teatro

Immaginari iperrealistici: Trilogia della città di K. al Piccolo Melato di Milano

di - 20 Dicembre 2023

Curiosa coincidenza la presenza, in mostra alla Triennale di Milano, delle opere imponenti dell’artista australiano Ron Mueck, e quella, sul palcoscenico del Piccolo Teatro Studio Melato, della scultura di un ragazzo accovacciato, anch’esso di proporzioni enormi, che emergerà lentamente da una botola. Evocano, per associazione di idee, immaginari di un mondo iperreale. Come lo è quello rappresentato nello spettacolo Trilogia della città di K. di Ágota Kristóf, dove cambia la prospettiva con cui si guarda e ascolta, dove verità e menzogna si confondono, dove la storia raccontata in scena non coincide del tutto con quanto avverrà realmente, dove il tempo non è né lineare, né cronologico, ma scorre avanti e indietro intrecciando luoghi e persone, passato e presente, in un labirinto mentale che si districherà man mano tra autobiografia e storia.

Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano
Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano

Protagonisti del romanzo della scrittrice e drammaturga ungherese, sono i due inseparabili gemelli Klaus e Lucas che, a causa dello scoppio della guerra e in una nazione occupata dalle armate straniere, vengono portati dalla madre fuggitiva in un piccolo paese lontano, la città di K., affidati all’anziana nonna dal carattere burbero che li inizierà alla durezza della vita. Annotando in un quaderno le loro esperienze, lo scorrere del tempo li vedrà crescere, formarsi, separarsi scegliendo due destini diversi: Lucas rimane in patria, Klaus fugge oltre frontiera nel cosiddetto mondo libero.

Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano
Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano

La storia di crescita, sopravvivenza e abbandono dei due gemelli che affrontano impavidi la selva della guerra e delle rivolte con freddezza, dell’evoluzione e delle ambiguità del loro rapporto segnato da una inseparabilità dapprima patologica fino al sofferente distacco decretato dalla frontiera varcata, è narrata in un vortice di atrocità e disperazione che si propaga dalla Seconda guerra mondiale ai nostri giorni.

Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano
Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano

Considerato il suo capolavoro, la Trilogia della città di K. riflette l’esistenza dell’autrice fuggita dall’invasione sovietica dell’Ungheria e costretta a rifugiarsi in Svizzera, terra straniera dove ha iniziato a scrivere per alleviare la sofferenza del confino, delle atrocità della guerra, della crisi dello sradicamento e perdita d’identità: «E quando avrai troppa pena, troppo dolore, e se non ne vorrai parlare con nessuno, scrivi. Ti aiuterà», così diceva. Ed è ciò che ha fatto nelle sue opere, con maestria stilistica destabilizzante, asciutta, cruda e potente, drammaticamente reale e sconvolgente, ma allo stesso tempo magnetica. Come magnetica, nelle tre ore di spettacolo, è la traduzione teatrale del romanzo attuata da Chiara Lagani e Luigi De Angelis di Fanny & Alexander, e da Federica Fracassi, ideatrice dell’ambizioso progetto prodotto dal Piccolo di Milano.

Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano
Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano

La bellissima, complessa, articolata, nonché coraggiosa messinscena, riflette le tre parti di cui il romanzo è composto – Il grande quaderno, pubblicato separatamente nel 1986, La prova, del 1988, e La terza menzogna, del 1991 -. La prima parte, strutturata secondo le modalità narrative della fiaba – anche se si tratta di una fiaba contemporanea e cupa -, corrisponde alla narrazione tutta mentale della protagonista (Fracassi straordinariamente verosimigliante la stessa Kristóf) dall’accento dell’Est Europa. Seduta ad una scrivania dà voce, scrivendo e leggendo il Grande quaderno, ai personaggi della storia evocandone le vicende, i pensieri, le azioni, i luoghi, tradotti anche in immagini video grazie alla spazialità del Teatro Studio Melato che permette si animare la scena con sedici grandi monitor che calano dall’alto, salgono e scendono in continuazione a diverse altezze, accompagnati da suoni, rumori, voci.

Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano
Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano

Con delle sedie dislocate dentro quadrati di luce nell’ampio spazio circolare segnato da una sottile striscia luminosa al centro – che sembra marcare due visioni del mondo, il reale e l’immaginario -, le altre due parti del racconto si animano dei diversi personaggi assunti dagli attori in diversi ruoli – padre, madre, sottoposto, ortolano, vecchio curato, uomo dell’ambasciata, ufficiale, disertore, infermiera, libraio… – narrando anche in terza persona.

Quando, dopo aver attraversato orrori, ferite, morti, perdite, i due gemelli si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Nel rintracciarsi dopo molti anni, col primo, confuso e spaesato, che riconosce il secondo il quale invece lo nega affermando di non essere il fratello, si insinuerà il dubbio della vera identità dei gemelli, trattandosi, forse, di un’unica persona, mettendo così in discussione, anche attraverso altri passaggi verbali, che non è esistito nulla di ciò che è stato finora descritto. Rimane quel senso di solitudine e di dolore senza tempo, lenito, forse, dalla scrittura. Come Kristoff dirà: «Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient’altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia».

Solo cinque gli encomiabili attori – Andrea Argentieri, Consuelo Battiston, Alessandro Berti, Lorenzo Gleijeses, e Federica Fracassi – da sembrare una moltitudine (da sottolineare che si muovono e recitano secondo l’eterodirezione, la tecnica elaborata da Fanny & Alexander che indica a essi battute e movimenti ricevuti dalla regia attraverso auricolari durante lo sviluppo dello spettacolo).

Il corpo delle parole, titolo programmatico dato da Claudio Longhi alla stagione del Piccolo, trova in questo spettacolo che attinge bellezza e verità alla pagina letteraria, la sua piena forma e forza.

Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano
Piccolo Teatro Studio Melato, Trilogia della città di K. Ph Masiar Pasquali, Milano

“Trilogia della città di K.”, un progetto di Federica Fracassi e Fanny & Alexander, tratto dal romanzo omonimo di Ágota Kristóf, adattamento e drammaturgia Chiara Lagani, regia Luigi De Angelis, scene, luci, video Luigi De Angelis, costumi Gianluca Sbicca, musiche e sound design Mirto Baliani e Emanuele Wiltsch Barberio, allestimento multimediale Michele Mescalchin, scultura di scena Nicola Fagnani. Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. A Milano, Teatro Studio Melato, fino al 21 dicembre.

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