Categorie: Teatro

Più spazio al teatro, in tv: la lettera di attori e registi alla Rai

di - 14 Aprile 2020

Lina Sastri, Michele Placido, Monique Veaute, Roberto Cicutto, Gabriele Lavia, Giulio Rapetti Mogol, Cristina Comencini, Ilaria Borletti Buitoni, Paolo Baratta Paola Cortellesi Luca De Fusco Massimiliano e Doriana Fuksas, Carlo Fuortes, Ferzan Ozpetek, Stefano Accorsi, Renzo Piano. Sono solo alcuni dei firmatari della lettera aperta rivolta alla Rai e inviata a Fabrizio Salini, amministratore delegato della società pubblica, per sostenere il teatro, uno dei settori più colpiti dall’emergenza Covid-19.

Non poteva essere altrimenti, contando che il teatro, per sua stessa costituzione, difficilmente può fare a meno dell’hic et nunc, cioè dell’esperienza di quel luogo, in quel momento. Vero che il linguaggio teatrale ha sempre mostrato una stupefacente capacità di adattamento alle circostanze e, infatti, molto spesso è stato avanti nella lettura dei tempi. Ma con tutti i teatri chiusi e con le restrizioni nell’incontrarsi c’è letteralmente poco da girarsi intorno e, per quanto si possa sperimentare con creatività e lungimiranza, il problema non è tanto espressivo quanto economico e, soprattutto, immediato.

«Da quasi tre mesi l’attività teatrale nel nostro paese è sospesa. Per le ragioni sanitarie a tutti note non sappiamo quando potremo riprendere l’attività nei nostri meravigliosi teatri ma è sicuro che prima di settembre difficilmente potremo tornare in teatro in regime anche ridotto», si legge nella lettera rivolta alla Rai.

Il decreto Cura Italia è stata una prima risposta alla necessità di sostenere i lavoratori anche nei settori del turismo e della cultura. D’altra parte, i musei, le gallerie e tutte le varie istituzioni legati all’arte hanno fatto sentire la propria presenza come mai prima d’ora, non solo sui canali social ma anche sulle più tradizionali reti televisive. E nella lettera si richiede, appunto, una voce, in particolare per la produzione contemporanea che, troppo spesso, passa in secondo piano, rispetto ai maestri del passato.

«La RAI ha da sempre ha svolto una meritoria attività di documentazione del nostro lavoro. Sono state realizzate centinaia di riprese integrali dei nostri spettacoli a fronte di rimborsi simbolici-molto esigui- per le compagnie anche se con un notevole contributo di troupe professionali da parte della RAI. Questo prezioso patrimonio non è stato tuttavia diffuso adeguatamente. Crediamo che sia arrivata l’occasione per farlo. Si potrebbe offrire al pubblico una panoramica estremamente efficace della qualità del teatro contemporaneo.

Conosciamo l’attività storica della RAI attraverso la riproposizione di serie come le commedie di Eduardo o i cicli Shakespiriani. Abbiamo bisogno dell’aiuto della Rai per far conoscere ad un vasto pubblico anche la produzione validissima più recente.

Crediamo che questo sia compito del Servizio Pubblico e che potrebbe concretamente aiutare in questo periodo di forzata chiusura dei teatri sul territorio nazionale a tenere vicino il pubblico che si riconosce nella funzione fondamentale dell’arte teatrale e potrebbe conquistare un pubblico nuovo nel momento della auspicabile riapertura delle sale.

Ottimale sarebbe la messa in onda di una ripresa teatrale ogni giorno nei vostri canali tematici e di almeno una a settimana in quelli generalisti per tutto il periodo della Pandemia», conclude la lettera.

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