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fino al 13.I.2008 | Gilbert & George | Rivoli (to), Castello di Rivoli

di - 23 Ottobre 2007
Vedendo dal vivo Gilbert & George è impossibile sbagliarsi, perché sono uguali a come li si può osservare in decine di loro opere. Hanno iniziato negli anni ’60 proponendosi come Singing Sculptures, ballando e cantando all’unisono una canzonetta. Oggi sono diventati Living Sculptures. Anzi, living monuments. Monumenti di sé stessi, ovviamente. Gilbert (San Martino, Bolzano, 1943) & George (Plymouth, 1942) si riconoscono al primo sguardo, come le loro opere del resto. Identici completi da ufficio, uno grigio e l’altro beige; identiche cravatte, voce pacata e sorriso gentile. Così si presentano al pubblico da quasi mezzo secolo e così si presentano alla conferenza stampa che inaugura la loro Major Exhibition al Castello di Rivoli, con oltre 150 lavori che ne ripercorrono l’intera carriera.
Senza dubbio egocentrici, sono soliti rappresentarsi nelle loro opere, talvolta nella consueta “divisa”, in altre occasioni nudi o in slip, sprezzanti dell’età che avanza impietosa. Da questi tranquilli inglesi ci si aspetterebbe una buona tazza di thè; invece offrono opere gigantesche dai colori accesi e dai contenuti urlati, dissacranti e provocatori. Non sono gli autori di un trattato sulle farfalle, ma firmano opere intitolate Fuck, Lick, Cunt o Sperm Eaters. Da quarant’anni, questa premiata ditta si diverte a scandalizzare i benpensanti, creando un cortocircuito d’immagine tra la propria figura e la propria opera, parlando di sesso, religione e morte. Vivono in una casa nell’East End londinese. Da lì osservano il mondo e trovano l’ispirazione necessaria per la loro arte. Perché “non accade nulla nel mondo che non accada nell’East End”.

Instancabili e meticolosi collezionisti di fotografie scattate per le strade, le raccolgono in un archivio sterminato, diviso per temi. Quelle immagini sono alla base delle loro opere: fotografie stampate e poi trattate con il colore, che vanno a comporre gigantesche picture. Vogliono fare “arte per tutti”, perciò i temi riflettono la vita quotidiana: si ubriacano e producono le drinking pictures, prendono casa e la fotografano in Dusty Corners. Si guardano intorno, e dal loro privilegiato angolo di osservazione paiono prevedere e comprendere appieno i mutamenti in atto nella società: negli anni ’70, con le dirty words pictures, fotografano il clima di malessere sociale e aggressività punk dell’epoca, portando le scritte sui muri dentro i musei.
Se quel decennio è in bianco e nero, con il rosso a segnare un contrasto violento, negli anni ’80 esplodono i colori, violenti, chimici, esagerati. G&G fotografano i ragazzi del quartiere mettendoli in pose ora ammiccanti ora da realismo socialista. Ma sono gli anni dell’Aids e presto i toni diventano più cupi, colmi di sofferenza.
Più recentemente, G&G parlano di temi che diventano presto di pressante attualità, come la religione e i fondamentalismi. Loro, naturalmente, osteggiano la religione e non perdono occasione per sbeffeggiare il simbolo della croce. Parlano di sesso, reso pari a una qualunque merce in Named, successione di annunci a sfondo sessuale. Parlano dell’East end, di sesso ed escrementi, riportando le immagini trovate nei loro vagabondaggi per la città come autentici flâneur contemporanei.

Ma parlano anche di bombe e terrorismo, in relazione agli attacchi del 2005, con le opere della serie Six Bombs sculptures, dove la loro immagine deformata e speculare, resa quasi mostruosa, campeggia su uno sfondo di minacciosi titoli di giornale riferiti agli attacchi stessi.
Tutto questo e molto altro raccolto in una mostra che, dopo la Tate e la Haus der Kunst di Monaco, arriva in Italia, pronta a ripartire in gennaio alla volta degli Usa. Exhibition e non Retrospective: così hanno voluto gli artisti, perché il titolo fosse comprensibile a tutti. Spazi e opere che hanno accuratamente e personalmente selezionato, supervisionando l’allestimento. Opere enormi che coprono le pareti fino a saturarle, come vetrate policrome di una cattedrale quanto mai laica.

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Gilbert & George al padiglione britannico della Biennale 2005

paola sereno
mostra visitata il 15 ottobre 2007


dal 16 ottobre 2007 al 13 gennaio 2008
Gilbert & George – La grande mostra
a cura di Jan Debbaut
Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea
Piazza Mafalda Di Savoia – 10098 Rivoli (TO)
Orario: da martedì a giovedì ore 10-17; da venerdì a domenica ore 10-21
Ingresso: intero € 6,50; ridotto € 4,50
Catalogo Skira
Info: tel. +39 0119565222; fax +39 0119565230; info@castellodirivoli.org; www.castellodirivoli.org

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