La personale di Letizia Cariello da Luigi Franco Arte Contemporanea propone alcune installazioni e lavori fotografici. La ricerca dell’artista è rivolta, come scrive il testo di presentazione, a tradurre in luoghi fisici e in oggetti concreti i temi dell’isolamento e della separatezza.
La mostra s’intitola Horto, termine che designava anticamente una sorta di territorio di passaggio tra lo spazio pubblico e sociale della città e quello intimo e privato della famiglia. Le opere in mostra testimoniano questa atmosfera di tensione tra spazi e vissuti.
Ad esempio Io per te è una scala di metallo protesa verso il nulla: si staglia su un muro azzurro che rappresenta e simula un lontano orizzonte. Gli scalini sono percorsi da fili di lana rossa, fino a trasformarla in una sorta di telaio. C’è l’idea del protendersi verso l’altro da sé, intessere relazioni in un movimento fisico, che viene direttamente dall’interno della persona e si spinge verso l’esterno. E’ anche la sensazione del movimento speranzoso, la ricerca viva e l’urgenza di un contatto, che nello stesso tempo è movimento unidirezionale, ancora ignaro della risposta che riceverà all’esterno: è il momento dell’impulso interiore, che spinge a conoscere, a proporre il proprio io all’esterno sottendendo la consapevolezza che questo stesso movimento è forse destinato a un parziale fallimento. Non è possibile infatti che i due spazi, quello dell’intimità segreta e dell’interazione con l’altro da noi, possa generare una reale fusione e una comunicazione, completa ed esaustiva.
Anche negli altri lavori esposti (tra cui: Giardino 1,2; Horto/Vaso 1,2, Piscine e Sparano) l’artista pare porsi in osservazione tacita di questo movimento: così delinea e ricompone sapientemente spazi, oggetti e relazioni che si fanno metafora dell’intimità e dei vissuti personali, alla perenne ricerca di una sensazione di completezza e completamento che non è mai del tutto possibile.
Varcando le soglie della galleria si ha così l’impressione d’introdursi in uno spazio privato, molto più intimo delle pareti di un’abitazione: è lo spazio dell’anima, del desiderio ancora al suo stadio larvale, ancora indefinito e tutto chiuso in se stesso. Non c’è però violenza, né effrazione: ma la sensazione di origliare un segreto, spiare un’intimità che è soprattutto la propria.
articoli correlati
altre mostre di Letizia Cariello
Sincretismi. Roma Fondazione Olivetti
Boom! Firenze, ex manifattura tabacchi
Atlantide. Siena, Palazzo delle Papesse
Appunti. Padova, Galleria Estro
Maria Cristina Strati
mostra visitata il 7 marzo 2002
[exibart]
La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…
Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…