Dopo la personale romana dello scorso anno –
evocativamente intitolata Family Day – Maurizio Anzeri (Loano, Savona, 1969; vive a Londra) ripropone i
suoi “ritratti di famiglia” presso la galleria torinese Luce che, per
l’occasione, si arricchisce anche delle sculture dell’artista ligure
trapiantato a Londra.
Lo spazio è abitato da curiosi agglomerati antropomorfi
che l’artista realizza attraverso un lavoro di tessitura e grazie a un
materiale primario come i capelli che, sebbene sintetici, richiamano
potentemente il corpo umano. Lo stesso Anzeri precisa di aver lavorato per anni
con i capelli: “Con ago e filo li compongo e cucio finché diventano un
materiale plastico, una scultura.
rappresentare o evocare una presenza corporea, una fisicità nello spazio.
Considero i capelli la parte più scultorea del corpo”.
Maurizio Anzeri segue un processo rigoroso quanto
suggestivo anche con la fotografia: riporta alla luce ingiallite immagini degli
anni ‘30, ‘40 e ‘50: volti dimenticati e per questo ricchi di richiami per il
nostro sguardo desideroso di scorgere tra le pieghe degli abiti le capigliature
o le pose, la nostalgia di abitudini e atmosfere remote; all’interno di tale
dinamica emotiva volta al recupero del passato, Anzeri inserisce composizioni
di maschere ricamate o di segni realizzati con ago e filo.
Tra le forme e i colori emergono le mani sul grembo di una
donna o le acconciature ondulate tanto di moda negli anni ‘30 o, ancora, le
esili gambe di un bimbo o una divisa militare; le atmosfere di quegli anni
lontani invadono l’osservatore con immediatezza insieme allo straniamento
procurato dalle maschere colorate, ma sempre alterate, distorte ed
espressivamente improbabili; di tanto in tanto, attraverso fori sempre troppo
angusti e soffocanti, emerge come un’epifania, un occhio, una bocca.
Il contatto tradizionale con i documenti fotografici del
passato è bruscamente interrotto, ma – superato il disorientamento iniziale –
il lavoro di ago e filo dà sorprendentemente inizio a un dialogo nuovo: i volti
e le narrazioni dei personaggi sembrano generare autonomamente le geometrie e
mostrano una metamorfosi che finisce per autoalimentarsi e per integrarsi con
il personaggio stesso, tramutando la nostalgia in una lucida e spietata analisi
della condizione umana.
“Lavoro con il ricamo e il disegno per esplorare
l’essenza dei segni nella loro manifestazione fisica. Traggo ispirazione dalle
mie esperienze personali e dall’osservazione di come, in altre culture, i corpi
stessi vengono talvolta concepiti come simboli grafici viventi”, dichiara l’artista. E prosegue: “Utilizzo il ricamo per
re-interpretare e marcare lo spazio con un segno umano, una traccia. L’azione
intima del ricamare è un rituale per rinnovare le storie e la storia di queste
persone. Sono interessato alla relazione tra l’intimità ed il mondo esterno”.
articoli correlati
Anzeri
alla Biennale di La Spezia nel 2006
anna peres
mostra visitata il 26 marzo 2010
dal 25 febbraio al 7 aprile 2010
Maurizio
Anzeri – Darwin’s Tears
Luce Gallery
Corso San Maurizio, 25 (zona Giardino Reale) – 10124 Torino
Orario: da mercoledì a sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0118141011; info@lucegallery.com;
www.lucegallery.com
[exibart]
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