That’s America! Ma il dialogo si
complica ulteriormente: con il tempo della storia, i movimenti della ricerca,
con la vecchia Europa (una sfida?) che freneticamente andava sperimentando
nuovi linguaggi, diverse forme espressive. Tuttavia questa mostra – di
straordinario interesse da più punti di vista – ha un elemento unificante
fortissimo che alla fine pare quasi di poter riconoscere attraversando le
diverse sale: il gusto, l’intelligenza, il coraggio di Duncan Phillips, capace
di saper riconoscere i talenti, di stimolarne la creatività, senza pregiudizi,
con una costante – a volte pare persino divertita – curiosità.
Esiste una poetica del collezionista?
Mettendo insieme più opere si finisce in qualche modo per definire un proprio
stile? I pensieri si moltiplicano seguendo le diverse sezioni, dal Romanticismo
e Realismo all’Espressionismo
astratto, attraversando
le sale (dieci in tutto) dedicate al rapporto fra natura e astrazione, ad alcuni
movimenti specifici come l’Impressionismo e il Cubismo, alla vita moderna, alla
città, al rapporto tra memoria e identità, ricordi di tradizioni e ricerca di
un modello comune.
L’emozione trattenuta nella lotta con il
mare: in To the Rescue di
Winslow Homer le tre
figure appaiono di spalle, tempestosi il mare e il cielo. Piena di vibrazioni per
i riflessi dell’acqua e l’ombra serale Spring Night, Harlem River di Ernest Lawson, e scorre il treno nella notte mentre
la folla si accalca in Six O’Clock, Winter
di John Sloan.
Ancora la natura con la sua energia travolgente, onde confuse e forti con John
Marin in The Sea,
Cape Split, Maine. E struggente, per il sentimento di
solitudine, d’attesa, di rinuncia, l’impiegato dallo sguardo perso in Sunday di Edward Hopper.
A volte alcune opere potrebbero stare in
più sale ed è piacevole, utile ritrovare alcuni nomi più volte, con legami
speciali: il gusto di Phillips. E certo affascinante è la relazione di questo
grande collezionista con Stieglitz, la sua galleria aperta a New York, e altri raffronti
potrebbero essere possibili ricordando insieme la recente mostra di Ferrara.
Formidabili alcuni scorci fotografici,
diverse prospettive della città, palazzi incombenti, le figure umane rese
simili, anonime, tra ombre spesso minacciose. Ma la metropoli possiede e svela
anche una sua speciale bellezza, nuovi profili in quella terra giovane e
veloce, stili diversi tutti colmi di attenzione, di rispetto, così con Berenice
Abbott, John Martin, Stefan Hirsch, William Zorach, Oscar Bluemner, Charles Sheeler, Ralston Crawford, Edward Bruce. Nessuna persona presente, gli uomini
nella posizione di osservare, incantati, le proprie opere.
Capolavori
della modernità al Mart
Da
Goya a Manet. Da Van Gogh a Picasso
valeria ottolenghi
mostra visitata il 29 giugno 2010
dal 4 giugno al 12
settembre 2010
Arte americana 1850-1960. Capolavori dalla Phillips
Collection di Washington
a curaSusan Behrends Frank e Gabriella
Belli
MART – Museo di Arte moderna e
contemporanea di Rovereto e Trento
Corso Bettini, 43 – 38068 Rovereto
Orario: da martedì a domenica ore 10-18; venerdì ore 10-21
Ingresso: intero € 10; ridotto € 7
Catalogo Silvana
Editoriale
Info: tel. 800397760 / +39 0464438887; fax +39 0464430827; info@mart.trento.it; www.mart.trento.it
[exibart]
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