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Finissage Il Premio Moroso

di - 5 Maggio 2013
Il progetto del premio si rivela nelle parole di Patrizia Moroso, entusiasta di aver creduto nella sua idea di dialogo fra arte e design. L’imprenditrice sostiene con forza l’importanza della presenza dell’opera d’arte nella vita quotidiana; crede fermamente nel fatto che gli oggetti d’uso debbano emozionare, che questo sia quanto hanno in comune con le opere d’arte, mentre ciò che separa l’arte dal design è l’utilità. Per Patrizia Moroso, «il design ha bisogno dell’arte come orizzonte estetico», mentre «l’arte ha bisogno della fertilità comunicativa e progettuale del design».
Tutte le dodici opere selezionate, hanno in comune una forte capacità di occupare e definire lo spazio, sono tutte degli oggetti la cui definizione materica costituisce una riflessione sulla natura della forma, incarnando il significato dell’opera. I tre artisti premiati fra i dodici selezionati realizzeranno un’opera site specific per i principali show room Moroso: Nico Vascellari (premiato per Bus de la Lum) a Milano, Linda Fregni Nagler (premiata per Snow and Rain) a Londra, Luca Trevisani (premiato per Marmomarmelade) a New York. Hanno ricevuto una menzione Sergio Breviario e Andrea Sala.
La qualità che attraversa il dispositivo del premio curato da Andrea Bruciati, si materializza nelle opere selezionate dai curatori più influenti delle testate indipendenti e più diffuse di arte contemporanea in Italia. Una seconda selezione ha dato luogo alla mostra alla Fondazione Bevilacqua, infine tra i selezionati la giuria ha scelto i vincitori. Il carattere più riconoscibile come cifra comune è l’idea che ogni forma sia una disposizione momentanea. La materia è quasi un avatar che incarna di volta in volta un’idea, nell’atto del suo apparire e quasi pronta a dissolversi in altro. Questo appare evidente nella ricerca di Luca Trevisani, con Marmomarmalade, l’opera esposta insieme con una grande stampa plottata dell’evoluzione di una stessa forma; l’oggetto appare quasi come un residuo bergsoniano di memoria, in un marmo ironicamente plastico e stampato, che gioca anche nel nome con il fragile e il pesante, il liquido e l’infinitamente resistente.
Lo stesso cortocircuito appare nel paesaggio in bassorilievo di Nico Vascellari Bus de la Lum, in cui la materialità dell’opera richiama fisicamente una fossa carsica, caratteristica del paesaggio friulano, un luogo mitico e anche un po’ spaventoso; il buio risuona nel nome dell’opera ma diviene colore, quasi arazzo, e si sfrangia in scaglie inquiete, quasi note sulle corde di un basso, pronte a volare in un’altra opera e in un altro linguaggio. Nelle fotografie di Linda Fregni Nagler appare un gioco raffinato fra l’opera unica della stampa rilavorata con il taglierino che incide una pioggia inesistente mimata nelle fotografie dalle modelle della scena reale. La vertigine fra il pezzo reale che ci sta di fronte, la scena ripresa, e il fatto che questa scena riecheggi a sua volta un’altra scena tradizionale ottocentesca disposta al solo fine di essere fotografata, costituisce una mise en abîme infinita il cui esito è una percezione più acuta di ogni segno e ogni elemento sia dentro la scena, sia ai suoi bordi.
La ricerca di Sergio Breviario lavora anch’essa sulla mise en abîme e sui livelli differenti di realtà, innescando un cortocircuito fra il nome dell’opera, gli oggetti che come teche custodiscono, obliterandoli, i suoi disegni raffinatissimi e citazionisti, una ironia sottile, lievemente nostalgica e del tutto disincantata, investe con una grande potenza l’osservatore, grazie anche ai materiali cromati, bianchi, freddi, in contrasto assoluto con la grafite e il segno delicato del volto della sua Madonna. La stessa potenza plastica si rivela nella ricerca di Andrea Sala, che con materiali duraturi, ottoni, metalli verniciati, marmi, mette in scena paesaggi atmosferici, sulla soglia dell’apparire e disparire.
Irene Guida
Premio Moroso
Fondazione Bevilacqua la Masa
dal 23 marzo al 05 maggio 2013
La Galleria di Piazza San Marco
San Marco, 71/c – 30124 Venezia
Orari: da mercoledì a domenica dalle 11.30 alle 18.30

Ha collaborato con Duel, Duellanti, D’Architettura scrivendo di spazio e arte. Collabora con Exibart dopo aver pubblicamente richiesto a Germano Celant di firmare una dichiarazione che ripetesse le sue parole “Ragazzi, l’arte, in fondo, è artigianato”. La richiesta non è stata esaudita. Ha inoltre studiato presso l’Università IUAV di Venezia, dove ha seguito il laboratorio di Joseph Kosuth e ha conseguito un dottorato in Urbanistica nel 2012, dopo un periodo di studi negli Stati Uniti presso la UMBC di Baltimora e la New School di New York. Svolge attività didattica e di ricerca all’Università IUAV. Fra i suoi testi, Corridoi. La linea in Occidente, Quodlibet, Macerata 2014.

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