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Fino al 3.IV.2016 | Mostra di Fine Residenza | Atelier Bevilacqua La Masa 2015, Venezia

di - 26 Marzo 2016
Nella diversità delle tecniche e opere realizzate dagli artisti in residenza nel 2015 della Bevilacqua La Masa si possono trovare alcuni fili conduttori. Linee che si intrecciano e che nella mostra a loro dedicata in piazza San Marco fino al 3 aprile si trasformano in un racconto.
C’è chi lo lega alla storia e alle tradizioni portando in scena l’attenzione alla città di Venezia, evidenziandone le sue peculiarità e fragilità. Come l’intervento sonoro ambientale di Annalisa Zegna riporta l’attenzione alle vere da pozzo, un tempo fulcro della vita sociale veneziana.
O Matteo Stocco che ha scelto la forma del webdocumentario per presentare un mosaico di testimonianze di scienziati, pescatori, docenti universitari e abitanti del luogo, le cui vite e ricerche ruotano attorno alla laguna di Venezia, descrivendone i cambiamenti naturali e antropici cui è sottoposta. Caterina Morigi ci mostra invece la fragilità degli edifici di Venezia, considerata “città eterna”, svelando il lento deterioramento delle pietre che compongono i più maestosi palazzi.
Alcuni interventi si sono concentrati sul fare artistico e sulla condizione dell’artista. La serie di cartoline di Christian Manuel Zanon, spedite via posta alla Bevilacqua e contenenti dei componimenti di poesia sperimentale associati a frammenti di immagini, e il video, parlano del rapporto dell’artista con la propria professione e l’ambiente che lo circonda.
Guardando l’installazione di Valerio Veneruso  si capisce la vita dell’artista svoltasi nel suo studio a Palazzo Carminati. È il visitatore a dover ricomporre, come in un puzzle, le esperienze, in modo sempre nuovo e diverso. Nelle sculture e disegni di Sebastiano Sofia è l’elemento viscerale del fare artistico ad emergere, il suo rapporto diretto con la materia.

Davide Sgambaro parla in termini metaforici della condizione artista, costretto tra i suoi desideri di grandezza e i limiti con cui si scontra nella realtà attraverso un performer, skydancer proveniente da un’azienda fallita durante la crisi porta con sé il proprio vissuto
Legandosi in termini di performance Miriam Secco ha invaso lo spazio espositivo durante l’opening con  16 attori che leggendo due lettere legali in una causa tra un padre e una figlia si muovevano nello spazio, incrociandosi e sovrapponendosi ma senza mai instaurare un dialogo.
Valentina Furian parla del rapporto dell’uomo con la natura, tra desiderio di imitazione ed emulazione, a quello di sopraffazione, ma al contempo del rapporto del visitatore con lo spazio espositivo, poiché ciò che si crede essere la realtà spesso è finzione. Alcune opere sono relative al rapporto dell’uomo con la società che lo circonda come l’installazione scultorea e dipinto di Enej Gala, poi l’intervento di Francesco Nordio che in un video riassume  le attività poste in atto dall’artista durante l’anno per produrre un reale cambiamento sociale, spronando i visitatori al pensiero critico e a un approccio consapevole rispetto al proprio agire.
Infine il video dell’artista Riccardo Giacconi racconta l’incontro con la comunità Tuareg di Pordenone, l’unica presente in Italia. I Tuareg, o “uomini blu”, sono un popolo nomade il cui territorio originario è il deserto del Sahara, ma che non appartiene a nessuno Stato. È nella loro mitologia, tradizione e memoria orale che il passato si propone e appare nel presente. E il percorso degli artisti ha trovato forma anche nell’edizione speciale Roll Up, un libro oggetto di prezioso tessuto, realizzato in 35 copie, che racchiude le opere degli artisti realizzato dalla Fondazione Bonotto.
Matteo Formica
mostra visitata il 4 febbraio
Dal 4 febbraio al 3 aprile 2015
Mostra di Fine Residenza
Atelier Bevilacqua La Masa 2015
Fondazione Bevilacqua la Masa
Galleria di Piazza San Marco
Orari: da mercoledì a domenica dalle 10.30 alle 17.30
Info: http://www.bevilacqualamasa.it/

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