Categorie: altrecittà

Finissage | La sottile linea del tempo. Opere dalla collezione AGI Verona | Museo Miniscalchi-Erizzo, Verona

di - 10 Novembre 2015
Ha la virtù del tocco leggero il passo che Marinella Paderni ha impresso alla collezione Agi Verona per la sua esposizione organizzata dall’Accademia Cignaroli in collaborazione con la Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo. Quaranta opere disseminate tra sculture rinascimentali e quadrerie, arredi settecenteschi, armature, gioielli, reperti archeologici e paramenti sacri. Poteva essere un rischio, potevano crearsi fastidiosi cortocircuiti estetici in un palazzo dove eleganza fa rima con bellezza, e invece lo scarto concettuale cui si è posti di fronte, il confronto fra antico e moderno sono stati articolati in maniera impeccabile.
Il segreto sta nella scelta di non intaccare la bellezza solenne del luogo con presenze contemporanee aggressive o semplicemente invasive in termini volumetrici. Paderni ha infatti giocato, non tanto un basso profilo, quanto un’attenta selezione delle opere, che solo in due occasioni, con il video di Giovanni Ozzola, risalente alla sua prima mostra alla galleria Continua di San Gimignano che Giorgio Fasol, collezionista affascinato dall’incipit dell’artista, comprò in blocco, e con l’installazione di Nari Ward si impongono negli ambienti del palazzo.
E non è solo questa la peculiarità della mostra che purtroppo è durata troppo poco, appena un mese. Anna e Giorgio Fasol sono due collezionisti profondamente conoscitori della scena contemporanea, rigorosi ma non dogmatici. Sono le loro scelte a testimoniarlo, dove non a caso si incontrano pittura e installazione (per esempio Francesco Carone e Elisabetta Benassi), maestri e giovani (Paolini, Spalletti, Garutti, Icaro e Pascali e Tomaso de Luca), video e suono (Helen Mirra e Susan Philipsz nella cappella del palazzo) accanto a molti altri artisti e altri linguaggi come fotografia, disegno e scultura.

Questa “libertà del collezionare”, che non significa anarchia o casualità delle scelte ma che segnala invece la vastità degli interessi perseguiti con sguardo laico, si incontra in un certo senso con quell’apertura dello sguardo stesso che l’incontro tra antico e moderno può suscitare. E che si sviluppa, come spiega Marinella Paderni, per «associazione simbolica, assonanza estetica o contrasto antropologico». Linee guida che attraversano la rilettura della collezione nell’incontro con un museo. Dove è inevitabile che il tutto implichi anche “un confronto di differenze”, ma “oltre le differenze”, aggiunge Paderni citando Boris Groys: “la vita sembra davvero viva solo dal punto di vista del museo perché, ancora, solo nel museo si è in grado di produrre nuove differenze; differenze oltre le differenze che stanno emergendo qui e ora” (Boris Groys, Art Power).
Qui ed ora, in questo caso, emergono l’amore attento di due collezionisti per l’arte, una posizione militante verso il contemporaneo, il dialogo che la curatrice ha intrapreso con loro e quello che le opere, certo non per magia ma secondo una progettualità precisa, hanno allacciato con il luogo e le sue testimonianze. “Una sottile linea del tempo”, come recita il titolo della mostra, perché è nel tempo, inteso come esperienza autentica dell’arte, che l’opera, di oggi o del passato, vive e continua a parlarci.
Chiara Rivelli
Dal 9 ottobre al 10 novembre 2015
La sottile linea del tempo. Opere dalla collezione AGI Verona
Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo,
via San Mammaso 2/a, Verona
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 11 alle 13; dalle 15.30 alle 19
Info: 
www.museo-miniscalchi.it

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