Categorie: altrecittà

Fino al 12.VI.2011 | Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones | GNAM, Roma |

di - 17 Marzo 2011

Duplice
valenza, nell’intenzionalità della mostra Dante
Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra
Vittoriana
, l’indagine del rapporto privilegiato dei Preraffaelliti con la
pittura pre-rinascimentale italiana, successiva fonte d’ispirazione per gli stessi
artisti italiani a cavallo tra Otto/Novecento (Nino Costa, Giulio Aristide
Sartorio
, Adolfo De Carolis, Gaetano Previati).
Una
mostra complessa, quindi, che anche attraverso il catalogo esaustivo, esplora
una rete di connessioni che oltrepassano i secoli.
Partiamo,
intanto, dal mito per l’Italia che, spesso, gli artisti ed intellettuali
d’oltremanica nutrono con informazioni e suggestioni del tutto indirette.
Non
è certo il caso di John Ruskin, di
cui sono esposti interessanti studi a matita e acquarello, strettamente
collegati con la sua opera teorico-critica Le
pietre di Venezia
(1851-53), né di William
Morris
che, proprio insieme a Edward
Burne-Jones
, visita l’Italia del Nord nel 1873 o Frederic Leighton che studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Ma,
certamente, Dante Gabriel Rossetti
(figlio di un carbonaro italiano) non mette piede sul suolo italico per tutta
la sua vita.

Determinante
per la diffusione del “gusto dei primitivi”, la grande produzione di
cromolitografie della Arundel Society, che permettono la diffusione in grande
scala di stampe a colori dei vari Schulz,
Storch e Kramer, Frick… in cui
non c’è solo la copia di opere d’arte o monumenti ma un’interpretazione quasi
teatrale, come vediamo nell’incisione di Brook
da un disegno di Highford Burr del
1856, che raffigura la Cappella degli Scrovegni all’interno della quale vengono
collocati personaggi in costume dell’epoca di Giotto.
Di
Giotto, tra l’altro, è esposto il dipinto a tempera su tavola che ritrae Santo Stefano (1330-35 ca.), accanto
alla bella Madonna della Passione di Carlo Crivelli, all’Annunciazione di Vittore Carpaccio ed altri artisti della scuola fiorentina e
veneziana.
Ad
implementare la fortuna di Tintoretto,
nella cerchia dei Preraffaeliti, fu proprio Ruskin che in una lettera del 1875,
scriveva da Venezia: “Oggi mi sono
abbeverato a tal punto di dipinti da finirne quasi annegato. Non mi era mai
capitato di sentirmi così totalmente schiacciato al suolo di fronte a un
intelletto umano, come lo sono stato oggi davanti a Tintoretto
”.

Quanto
a Burne-Jones e Rossetti, se del primo si analizza il legame con la classicità,
dell’altro ci si concentra sulla figura femmnile.
Burne-Jones
trova una via di raccordo tra il classicismo e la nuova poetica. “L’assunzione del motivo classico ad opera di
Burne-Jones è testimoniato da un controllo degli elementi iconografici, da
gamme cromatiche singolari, dalla resa dei panneggi in modo duttile e patetico,
probabile eco anche di suggestioni dal tardo antico. Attuata nel quadro di una
tradizione non accademica, la sua rielaborazione registra una insolita libertà.

– scrive Teresa Benedetti – “(…) Unico
dei preraffaelliti ad essere toccato dal revival classico, vi porta dentro
un’asciuttezza e un gusto anti accademico che derivano dalla sua esperienza dei
primitivi
”.
Icona
della mostra, infine, è la Venus
Verticordia
, dipinta da Rossetti nel 1864-68 e da lui chiamata anche
‘Flora’ per la ridondante presenza floreale. Un’opera che segna anche la presa
di distanza tra il pittore e Ruskin, proprio per l’esplicita vena
erotico-sensuale del soggetto: una giovane donna dal volto ieratico, che tiene
in mano “il frutto incantatore”, lasciando scoperto un seno. Il potere venefico
della bellezza femminile portatrice di squilibrio, insomma, una novella
Eva-Elena di Troia.
Sarà
proprio dall’evoluzione iconografica di questa visione del femminile –
esattamente come vediamo anche in Lamia
(1899-1900) scultura a mezzo busto di George
Frampton
, una sorta di donna bionica che arriva dal passato, pronta a
lanciarsi nel futuro – che attingerà la donna-vampiro del Liberty.

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The Victorian Nude

manuela
de leonardis

mostra visitata il 24
febbraio 2011

Dal 24 febbraio al 12 giugno 2011

Dante Gabriel Rossetti, Edward
Burne-Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra Vittoriana

A cura di Maria Teresa Benedetti, Stefania Frezzotti, Robert Upstone

Roma, Galleria Nazionale d’Arte
Moderna

Viale
delle Belle Arti 131

mar.-dom.
8.30-19.30 (ch. lun.)

biglietto intero € 10, ridotto € 8

per informazioni tel +39 0632298221

www.gnam.beniculturali.it

catalogo
Electa

[exibart]

Nata a Roma nel 1966, è storica e critica d’arte, giornalista e curatrice indipendente. Con Postcart ha pubblicato A tu per tu con i grandi fotografi - Vol. I (2011), A tu per tu con i grandi fotografi e videoartisti - Vol. II (2012); A tu per tu con gli artisti che usano la fotografia - Vol. III (2013); A tu per tu – Fotografi a confronto – Vol. IV (2017); Cake. La cultura del dessert tra tradizione Araba e Occidente (2013), progetto a sostegno di Bait al Karama Women Center, Nablus (Palestina). E’ autrice anche Taccuino Sannita. Ricette molisane degli anni Venti (ali&no, 2015) e Isernia. L’altra memoria – Dall’archivio privato della famiglia De Leonardis alla Biblioteca comunale “Michele Romano” (Volturnia, 2017).

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