Una passione viva da quando aveva quattordici anni, nel tempo in cui già girava per le gallerie e acquistava dipinti, disegni e multipli. Una passione che è andata crescendo con la sua attività legata all’abbigliamento. Da quando esponeva ed installava le opere di artisti all’interno dei suoi locali, fino a sentire l’esigenza di raccogliere le opere in uno spazio d’arte più ampio. Il luogo scelto da Filippo Fettucciari è l’Associazione Trebisonda, da anni punto di riferimento per gli appassionati di arte contemporanea a Perugia. E proprio questo spazio espositivo ospita gli undici artisti della sua collezione. Otto uomini e tre donne che utilizzano linguaggi e tecniche molto differenti. Anche i materiali scelti testimoniano l’eterogeneità delle personalità artistiche, in stretta corrispondenza con il carattere volubile della contemporaneità.
Nei suoi studi sul tempo Stefano Bonacci realizza forme attraverso un colore che sembra spandersi da sé sulla superficie del foglio, come se il lavoro vivesse di vita propria. Una sorta di indagine dello sviluppo creativo, che metaforizza l’infinito processo della natura. E’ un raggio di luce “l’arcobaleno” di Tiziano Campi, in cui gli oggetti comuni assumono un valore ideale la cui simbologia è spesso un’evoluzione del pensiero. Sauro Cardinali, invece, fa oscillare la sua ricerca tra l’invenzione di nuovi linguaggi e l’espressione di concetti con grande rigore compositivo.
Mario Consiglio sceglie la materia per le sue sintesi astratte spesso integrate da animazioni video. Luca Costantini percorre una via esperienziale che è caratterizzata dalla continua perdita dei punti di riferimento, mentre Marino Ficola architetta la sua creatività nelle tre dimensioni con materiali differenti che si estraniano dalla loro primaria identità. Danilo Fiorucci si cimenta in un tema complesso come L’assunzione, rappresentata con grande sintesi da una scala a chiocciola che rimanda a forme archetipiche.
Giuliano Giuman affida il divenire dell’opera al trasparente e complesso rapporto vetro-colore, invece Serenella Lupparelli gioca poeticamente sul concetto di spazio-tempo, rappresentato dall’inchiostro che attraverso uno stoppino scende goccia a goccia su un piano. Lucilla Ragni esplicita la sua creatività nella costruzione di immagini-oggetti, mentre Sofia Rocchetti reinterpreta in maniera introspettiva le forme che percepisce dalla quotidianità.
daniele di lodovico
mostra visitata il 21 giugno 2005
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