Sembra uno spot il breve testo che invita a visitare la mostra Incipit, esordio della galleria Artissima 35, uno spazio che s’ispira ai luoghi d’incontro tra arte e design e al quale si accompagnerà un laboratorio polifunzionale.
Su tutti emerge il personalissimo lavoro di Sonia Sion: un intreccio sfibrato di segni bianchi su fondo nero, stampati su supporto d’alluminio, dove l’allusione alla manualità della tecnica del ricamo si confonde alla tecnologia del supporto. Erman Izzi nasconde dietro un lenzuolo una figura che coglie/poggia delle mele rosse e verdi per terra: il tondo è collocato in basso, all’altezza delle ginocchia degli spettatori, sotto un’albero dal quale pendono, malinconiche, le api da terra in maiolica di Elisa Furcas.
Dalla tecnica insolita, la foto ritoccata al fosforo di Cristina Tosi e l’encausto di Ivana Pujic che convivono con le proposte più stantie di Cinzia Fontanelli, Alfio Messina, Francesco Mestria ed Uraken.
Tra gli emergenti: Andrea Mariconti, che propone un uomo senza volto, utilizza come medium il colore acrilico mescolato a cenere, materico e monocromo; Davide Ragazzi noto per i light boxes con lune e soli, evocatori di “viaggi fantastici tra manoscritti, formule magiche, calcoli matematici e modernissime boarding pass”; Gilberto De Berardis, selezionato lo scorso anno alla Biennale di Arti Nuove a S. Benedetto del Tronto, riconoscibile per i “momenti” fermati in foto sovresposte o istantanee in controluce. E ancora l’iperrealista Francesca Marzorati, recente vincitrice del Premio Arte Mondadori nella sezione Pittura, a contrasto con il graffitismo aggressivo di Hen (a dire il vero, presenza un po’ forzata per una mostra che si propone come per nulla “impegnata”), il digitale freddo di Alessandro Palmigiani ed i multimediali Corpicrudi con l’inedito sound di Mass_Prod.
Un occhio anche all’eclettico panorama pugliese, con le fotografie evocative di Cosima Cavalera (atmosfere che ricordano la Galegati, senza le tipiche presenze inquietanti), le digitopitture volutamente kitsch di Paolo Guido ed una preziosa scultura in radica, apparentemente mutante di Corrado Bove.
ilaria oliva
mostra visitata il 3 novembre 2004
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