Categorie: altrecittà

Fino al 29.X. 2011 | FRANCESCA GRILLI | Milano, Galleria Riccardo Crespi

di - 28 Settembre 2011
Riccardo Crespi riapre la stagione espositiva 2011-2012 con la personale di Francesca Grilli, Oro, e si riconferma come una delle migliori gallerie milanesi in fatto di ricerca e di stile, di contenuti, coraggio nelle proposte e ponderatezza negli allestimenti.
È una mostra particolare quella di Francesca Grilli, classe 1978, nata a Bologna e attualmente in bilico tra Milano e Amsterdam, che tocca le dimensioni inquietanti dell’aura, di una sperimentazione alchemica, di una vibrazione che ha a che fare con lo scorrere costante del tempo per la ricerca di un rinnovamento.
Il titolo, Oro, è innanzitutto l’auspicio per una nuova epoca di abbondanza, un futuro che, possiamo starne certi, non si prefigurerà sotto i canoni conosciuti ma avrà il tono di una ri-velazione, proprio com’è in grado l’artista di creare una serie di affascinanti spostamenti nelle dinamiche della percezione dell’opera, nella costruzione di sintassi poetiche originalissime e colte.
Il falco, icona del dio della caccia greco Horus, rapace nobile del sole e delle vette altissime, della velocità e animale totemico, è la guida spirituale, il fil rouge di Oro; durante l’opening di giovedì 15 settembre  nella zona inferiore della galleria, insieme a trentatre sculture di penne realizzate in ferro e bronzo, e due paia di ali in argento e bronzo ancorate a terra, in un’atmosfera cupa e, se vogliamo, anche piuttosto tesa, due falchi vivi volteggiavano sulle teste degli spettatori, a sorvegliare idealmente l’ambiente sacro dell’epifania dell’arte e le rigide spoglie piumate, epitaffio per un’epoca segnata dall’incapacità o dalla difficoltà di volare.
E la figura del falco è in qualche modo presente anche al piano superiore dello spazio, la zona della luce, stavolta nell’accezione dell’acutezza della vista, della capacità di oltrepassare con lo sguardo la superficie delle immagini, di vedere laddove l’occhio umano non può nulla.

Una serie di autoscatti dell’artista, realizzati con una fotocamera 6000AuraCam nell’arco di tre mesi in cui progressivamente Francesca Grilli ha ingerito fiale d’oro, sono visibili in tutto il loro splendore e mistero come a raccontarci di un corpo in preda a scossoni e variazioni della propria seconda pelle, di quell’emanazione invisibile del sé che riesce a catturare la macchina fotografica e a riportarlo alla luce, come una traccia ectoplasmatica, instabile, inimmaginabile.
Oro, il video che dà il titolo alla personale, invece è stato girato all’interno della biblioteca del monastero di San Giovanni di Parma: le volte del soffitto con gli affreschi dedicati alle storie della Bibbia e alla sua simbologia fanno da sfondo al volo del falco mentre una voce fuori campo racconta il mito di Re Mida attraverso il Silbo gomero, una lingua fischiata, composta da quattro consonati e quattro vocali, usata nell’isola canaria di La Gomera tra i pastori che attraverso questo “sibilo” riuscivano a parlarsi anche a centinaia di metri di distanza, da una valle all’altra; il Silbo in questo caso è usato metaforicamente, grazie alla sua fonetica senza paragoni, come lingua translitterata degli uccelli e, ancora, è l’idioma prediletto del mondo alchemico.

Già, l’alchimia, disciplina dalla base empirica, magica, esoterica, astrologica, artistica che si ripromette di trasmutare tutti i metalli poveri in oro, che mira alla conquista della vita e dell’onniscienza: questione pericolosa al pari di quella di Re Mida, così com’è pericoloso risalire la china della propria epoca per ricercare quella circolarità del tempo oro-argento-bronzo-ferro e viceversa di cui però non si conosce lo sviluppo temporale.
Per quanto ancora dovremo aspettare il ritorno di un’età dell’oro?
Quando sapremo individuare l’aura magica che ci accompagna e riusciremo ad abbandonare la pesantezza di penne e piume ormai inservibili?
Quando ci ricongiungeremo con una sorta di nuova natura?
E mentre il falco protagonista di Oro si ricongiunge alla sua identità predatoria e carnivora a conclusione delle leggende e della simbologia di cui è il protagonista assoluto, l’uomo, per ora, resta in attesa.

matteo bergamini
mostra visitata il 15 Settembre 2011

Galleria Riccardo Crespi
Via Mellerio 1
20123 Milano
Tel. +39 02 89072491
info@riccardocrespi.com
[exibart]

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