Categorie: altrecittà

fino al 30.VIII.2003 | Imago Mentis | Latina, Galleria Romberg

di - 26 Giugno 2003

Un’interessante vena citazionista – ma con intelligenza – percorre la mostra ideata da Gabriele Perretta per chiudere la stagione espositiva della galleria Romberg a Latina. Le opere scelte attingono dal ricco e complesso mondo dei media, ma mirano a ricostruire un’archeologia della memoria, che quasi sempre ha risvolti personali ed intimistici. E l’allestimento e la disposizione coadiuvano l’impresa. A cominciare dalle immagini erotiche della specie di mandala di Fabrizio Passarella, che si rapporta – per scelte cromatiche – alla pittura digitale di Adriano Nardi, che riesce – nonostante l’uso < i <ASTRATTO dei pixel – a rendere omaggio alla tradizionale tecnica pittorica. Tito Marci ha forti somiglianze con Stefano Di Stasio ma è più intimista, ci assicura Perretta; la sua tela ammicca agli esiti metafisici e dechirichiani di Massimo Livadiotti. Ora il percorso si addentra ancor di più nell’universo mediatico e troviamo le amate odiate icone televisive la famiglia Simpson di Silvano Tessarollo che convive pacificamente con gli stage cine-fotografici appositamente ricostruiti di Mario Volpi e Luisa Raffaelli: nel primo abbiamo un inquietante drive-in abitato da pupazzetti, mentre Raffaelli riproduce e fotografa un finto set pubblicitario. E al mondo dell’advertising si rifanno anche Caterina Notte -che sceglie per le sue immagini un accattivante monocromia blu- e Fabrice De Nola. Una cesura è data dal paesaggio bucolico di Sebastiano Guerrera che infonde meditazione, ma subito il percorso si impenna di nuovo con le citazioni tra aeropittura e fantascienza di Claudio Spoletini. Cast indaga con ironia il moderno arredo pubblicitario urbano mentre Antonello Matarazzo espone i suoi freak in stile anni Quaranta. Ad un’estetica del negativo si rifanno in maniera opposta le opere di Giuseppe Verga e Davide Coltro. Il primo adotta una pittura di bianco su bianco che tuttavia non fa perdere di definizione l’immagine; Coltro invece rende il nero il vero protagonista delle sue foto, dove le sagome chiare delle persone appaiono fagocitate dall’incombente oscurità. Dulcis in fundo, quasi come un attore teatrale illuminato dall’occhio di bue, la sagoma di Giorgio Lupattelli divisa a metà dall’immancabile capsula di Prozac. Tra posa classica e fumetto.

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mostra visitata il 31 maggio 2003


Imago Mentis, a cura di Gabriele Perretta
Via san Carlo da Sezze, 18 (Caserma dei Vigili del Fuoco), 0773 664314-473072, artecontemporanea@romberg.mysam.it , mar_sab 10-13/16-20 ch lun


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