Categorie: altrecittà

fino al 5.VI.2011 | Expanded video | MAXXI, Roma

di - 31 Maggio 2011
Avere la possibilità di ammirare i lavori video di 4 artisti di questo calibro e vederli riuniti tutti insieme in un’unica video room è un’occasione più unica che rara. A Roma infatti, e più precisamente al MAXXI, è possibile osservarli uno di seguito all’altro, una full-immersion ricca di contenuti miscelati a musica, colore, movimento in cui lo spettatore può immergersi e leggere a proprio modo le visioni proiettate dai diversi artisti. Sarà il buio totale della sala o il silenzio tombale che si respira all’interno, ma una volta entrati nella sala video si è subito colpiti da una forte suggestione, soprattutto se il primo video a cui ci si trova di fronte è quello di Masbedo. I due artisti italiani (Jacopo Bedogni nato nel 1970 a Sarzana e Nicolò Masazza nato nel 1973 a Milano) presentano un video quasi surreale in cui sembra essersi fermato il tempo e  in cui un assordante silenzio viene interrotto da urla in sottofondo e spari. Protagonista del video è un tavolo ricoperto di vetri abbandonati, quasi come se fossero da poco scomparsi dalla scena un uomo e una donna. Un senso di isolamento dato anche dal paesaggio che fa da sfondo a tutta la durata del video, l’Islanda, terra fredda e desolata, regolata da regole rigide come l’ inverno, che la  rende una terra quasi totalmente bianca. Il colore così saturo e così accecante sottolinea la purezza delle forme e dei contenuti, a scatti interrotta dagli spari che ammutinano il tavolo, distrutto a terra. Una deflagrazione totale in cui si percepisce un senso di incompletezza – suggerita dal titolo (Teorema di Incompletezza, 2008) – tra uomini e donne, universi paralleli che forse mai si capiranno totalmente e che, seppur legati da un rapporto di interdipendenza, sono destinati a non avere mai un rapporto del tutto intimo a causa della società contemporanea. E’ proprio la società odierna – spesso al centro dei lavori di Masbedo  – che distrugge i rapporti, li plasma a suo piacimento e spesso li indebolisce, rendendo alcune persone maggiormente fragili e meno sicure nell’agire.
Anche i video di Martha Colburn (Pennsylvania, 1972) indagano la società contemporanea in maniera ironica, ma precisa, tentando di svalutare l’impero cosmetico basato solo sull’apparenza e  sul rapporto donna/bellezza. Grazie ad efficaci  immagini di guerra la Colburn polemizza sui cosmetici gratuiti offerti alle forze armate, quasi a voler sottolineare che le atrocità e le ferite (fisiche e non) della guerra non si cancellano con un rimmel ed un rossetto.
Sono proprio i trucchi infatti a farla da padrone nel video Cosmetic Emergency, che già dal titolo denuncia un’emergenza del tutto irrisoria, quella della cosmetica a scapito della vera emergenza: quella di vite spezzate ed esistenze ditrutte. Così donne completamente rovinate dai trucchi e dalla chirurgia plastica diventano dei veri e propri scheletri, colori sgargianti come il rosso e il nero imbrattano letteralmente i loro visi fino a farle divenire la caricatura di loro stesse.

In Dools vs Dictators invece l’artista americana mette in scena un vero e proprio duello fra bambole e dittatori, da Meles Zenawi (primo ministro etipoe) a Robert Mugabe (Presidente dello Zimbawe), da  Kim Jong II (leader del North Korea) a Gaddafi (capo del governo libico). La sorte dei dittatori è sempre la stessa: la derisione e poi la morte.
Gheddafi per esempio spara ai poliziotti, che però lo feriscono ad un occhio con il coltello ed un bambino lo fa esplodere tirandogli una bomba. Non va di certo meglio a Kim Jong II che viene legato da graziose, quanto inquietanti, bambole assassine che poi gli sparano senza alcuna pietà. Una sorta di vendetta quella delle bambole, che divengono eroine, salvatrici di quella libertà che i dittatori hanno spesso sottratto. E’ per questo che lo spettatore prende quasi le loro parti, tifa per loro e si diverte nel veder sbeffeggiate le icone della politica mondiale, per una volta sottomesse e sconfitte.
Jacob TV (Jacob Ter Veldhuis nato in Olanda nel 1951) presenta invece The News. A reality opera in cui spezzoni presi dal tg e da programmi americani vengono frullati in un mix di musica al cardiopalma, voci di giornalisti registrate e trasformati in rap cattivi e ridondanti. Un gioco di montaggio geniale, eseguito magistralmente con musiche e sonorità destinate a rimanere nel cervello per ore, un ritmo che ossessivamente si ripete nella mente e che diverte lo spettatore. Tante sono le immagini che vengono presentate, spesso surreali, veri e propri viaggi psichedelici e visionari. Un uomo che dorme con una presenza alle spalle che gli suona i piatti e un occhio gigante che lo fissa, una canzone che ripete nothing is forever…everything is nothing…you are nothing… con sullo sfondo un ragazzo che gioca a golf, giornalisti di borsa sbeffeggiati e ridicolizzati e infine un’intervista a Sarah Palin che ripete in loop “what they do and what they say”. Tutto questo è Jacob TV, vero genio della sintesi fra comunicazione e arte.

Genre Collage, video di People Like Us parte invece da vecchie immagini di archivio su cui viene realizzato una sorta di collages in cui le immagini sono scomposte e rielaborate in modo del tutto stravolto, in modo da confondere il pubblico in una sequenza di veloci scatti di pellicola e musiche tratte dalla discografia dell’artista-musicista. Così Ingrid Bergman, Bette Davis e Julie Andrew ci appaiono con altri occhi, li vediamo in fotogrammi rallentati in cui uno zoom o un particolare sfuggito si rivela incredibilmente bello e assume un senso magari mai dato precedentemente.
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mostra visitata il 21 maggio 2011
dal 21 aprile al 5 giugno 2011
Expanded Video
a cura di Anne Palopoli e Oscar Pizzo
MAXXI, Galleria 5
Via Guido Reni 4 A
Orari di apertura:
mar-merc-ven-dom 11:00-19:00
gio-sab 11:00-22:00
[exibart]

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  • Che bella la performance dei masbedo. Sebbene fosse tutto improvvisato hanno trasmesso una padronanza tecnica incredidibile.. Anche i video quelli con i sordomuti mi hanno toccato profondamente.

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