Categorie: altrecittà

fino al 9.IV.2006 | Gian Paolo Tomasi – Visioni Terrestri | Bergamo, Elleni Gallerie d’arte

di - 28 Marzo 2006

Qualcuno crede che sia meglio non aspettarsi mai niente. Almeno, in cambio, non si rimane delusi. Altri invece, come Gian Paolo Tomasi (Milano 1959), non aspettano e scelgono di farsi incontro. Scelgono di modificare, perché nulla si trova mai solo così com’è. Questa categoria di scrutatori accaniti, di solito, si avventa con precisione affilata contro il reale. Lo taglia a pezzi e fa dell’immaginazione un’unità di misura.
Con la fotografia si può fare. Basta mischiare le essenze dei luoghi, lasciare decantare i ricordi, depositare le prime impressioni e, per finire, comporre il tutto con allegria allucinatoria. È questa la prescrizione segreta di un fotografo come Tomasi. Uno che ha imparato a fare i conti col falso ben prima di trasformarlo in arte. Tomasi, infatti, ha lavorato con i grandi della fotografia come Toscani e Penn, per passare attraverso Salgado e Avedon. E nella moda, come nella pubblicità, si sa, il ritocco è regola d’arte, menù del giorno. Tomasi, però, ora ne svela gli artefatti, e svela le scoperte risapute, i segreti dietro ai segreti, attraverso i suoi paesaggi. A Bergamo espone una serie di scenari inventati. In mostra appaiono scorci cittadini talmente realistici, in sintonia ambientale, da suonare fin troppo intonati. Il fotografo assembla impressioni. Visioni d’angoli e grandangoli, tersi con nitore architettonico e pazienza certosina. I cieli nuvolosi, infatti, purificano l’aria e fanno vedere con ironia, mentre le scelte compositive strizzano l’occhio a chi guarda. Così, per Genova volano manzoniane Merde D’Artiste; a Venezia, in Piazza San Marco, è parcheggiata una Ferrari, mentre a Bergamo si aggirano fantasmi nei tombini.

Comunque, di fronte alle città, Tomasi è in grado di stupire anche i più raffinati intenditori del genius loci. Chi riconosce la morfologia urbana, infatti, sorride dello scompiglio paesaggistico. E si gusta le opere come mosse di un equilibrista. Un funambolo che oscilla tra il vero e l’inesistente. Un visionario che sposta le fughe, rimescola i punti di vista, inserisce dettagli e cambia la città per farla entrare nella fotografia. Il tutto con stratagemmi chirurgici, che ad ugual maniera operano e cambiano i corpi femminili. Le sue modelle virtuali. Delle i-dee immaginarie. A sottolineare, ancora una volta, che solo l’immagine crea il reale. E non viceversa.

ginevra bria
mostra visitata il 18 marzo 2006


Gian Paolo Tomasi – Visioni Terrestri
Elleni gallerie d’arte, Via Broseta 41, Bergamo
Orari d’apertura: dal martedì alla sabato,dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00 – Ingresso libero – Per info: telefono 0352.43667, web: cristiano.calori@fastwebnet.it


[exibart]

Articoli recenti

  • Musei

Credere che il mondo possa sollevarsi insieme al proprio desiderio. Nasce a Mantova il Museo Sonnabend

La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…

6 Dicembre 2025 0:02
  • Personaggi

Addio a Frank Gehry. Muore un titano dell’architettura

Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…

5 Dicembre 2025 21:24
  • Arte contemporanea

La Società delle Api si sposta a Roma, con Luca Lo Pinto nuovo direttore artistico

La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…

5 Dicembre 2025 17:30
  • Mostre

La Fondazione Luigi Rovati di Milano racconta tremila anni di Olimpiadi

Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…

5 Dicembre 2025 17:00
  • Personaggi

Addio a Giovanni Campus, morto a 97 anni uno dei maestri della scultura contemporanea

È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…

5 Dicembre 2025 16:08
  • Fotografia

La rivoluzione delle polleras arriva a Sydney, nelle foto di Francesca Magnani

La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…

5 Dicembre 2025 13:30