Si è svolto dal 21 al 24 luglio a Barletta un evento straordinario che ha coinvolto la zona del porto, dove sorge l’antico faro napoleonico e l’ultimo trabucco rimasto in piedi sul molo. Per quattro giorni, più la serata di inaugurazione, è stato possibile, per così dire, “accedere all’inaccessibile”.
Il tutto è partito da un’idea dell’Associazione Scarti di Apricena (che dal 2001 organizza eventi culturali in luoghi dismessi e in disuso) che ha deciso di coinvolgere anche il territorio barese in questa operazione di “riciclo”. La proposta è stata colta dalla curatrice Giusy Caroppo e, grazie alla collaborazione della Lega Navale e della Capitaneria di Porto, è stato possibile vedere il trabucco solitario del molo di levante “riaccendersi di vita”, nel vero senso della parola.
L’artista Francesco Carone (Siena, 1975) infatti, ha deciso di illuminarlo utilizzando un colore che ama particolarmente, il verde, colore che, per citare le sue stesse parole, “deriva dalla fusione tra il blu del mare e il giallo del sole” e proprio per questo perfettamente in linea con il tema di fondo dell’intera operazione artistica, che è il tema del “passaggio”, reiterato nelle sue molteplici implicazioni (passaggio tra il giorno e la notte, tra il cielo e il mare, tra la vita e la morte).
Immaginando la vita dei tanti uomini di mare che hanno lavorato in quel luogo, Carone ha posto una serie di simboli -una palma, un cedro del libano, un olivo ed un cipresso- (i legni con cui fu costruita la croce di Cristo) sotto alla struttura del trabucco, illuminando quindi l’interno dello stesso di verde e ponendo all’esterno un neon verde che funge da richiamo per il visitatore-navigatore.
Anche la cerimonia di inaugurazione è stata simbolicamente effettuata al tramonto, istante di passaggio tra giorno e notte: una tromba che intona il “silenzio” e poi varie imbarcazioni conducono gli ospiti via mare al trabucco, dando così la possibilità di godere di una visuale estremamente suggestiva. Da lì poi la visita si è spostata a terra, dove, collocate in vari angoli del porto, si trovavano altre opere e installazioni dello stesso artista: il metro con cui tutte le cose possono essere misurate; gli arpioni luminosi, simbolici parafulmini; le immagini che raccontano “la scoperta del verde”; un guanto che può maneggiare tutte le sostanze esplosive create dall’uomo.
E ancora i video che ripercorrono la vicenda di Moby Dick riassumendola e rielaborandola in modo del tutto personale. Nei quattro giorni successivi dibattiti e conferenze hanno inframmezzato le gite in barca dei visitatori.
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ilaria oliva
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