E’ con una grande retrospettiva allestita presso il MAMAC (Musée d’Art Moderne et Contemporain) di Nizza che questa città così amata da tanti importanti artisti del XX secolo, celebra l’opera ed al tempo stesso espone i capolavori donati da Niki de Saint Phalle al museo poco prima della sua recente scomparsa, lo scorso 21 maggio a San Diego (USA), dove si era trasferita a vivere.
La donazione che la Saint-Phalle ha fatto al MAMAC, riunisce 170 opere, tra cui pitture, sculture, litografie, stampe, serigrafie e diversi documenti originali, per un valore stimato intorno ai 16 milioni di euro: è stata
Di Niki de Saint-Phalle, artista eclettica e cosmopolita, si è forse detto tutto ed il suo contrario, basti guardare all’impressionante numero di articoli e di siti internet a lei dedicati: della sua nascita, in un’agiata famiglia franco-americana, a Neuilly-sur-Seine, periferia ricca di Parigi, alla sua giovinezza dorata in giro per il mondo, alle importanti frequentazioni di tanti artisti che si raggruppano intorno al movimento del “nuovo realismo”, termine coniato dal critico francese Pierre Restany negli anni ’60, di cui fanno parte persone del calibro di Arman, Christo, César, Mimmo Rotella, Yves Klein e tanti altri, uniti dalla ricerca sperimentale di materiali nuovi con cui esprimersi. Oggetti desunti dalla nostra quotidianità e dai nostri consumi, detriti urbani vari (stracci, pezzi di macchine, piatti, etc..), riutilizzati a scopi estetici nelle loro opere artistiche.
Ma in questa vita apparentemente rosea, si inserisce un fatto estremamente grave che l’artista svela soltanto in un coraggioso libro memoria “Mon secret” pubblicato nel 1994: l’incesto perpetrato nei suoi confronti dal padre, incubo la cui presenza è stata rilevata in molte delle sue opere, dai famosi spari liberatori compiuti negli anni ’60, con cui Niki ed i suoi amici artisti colpivano con la carabina dei sacchetti di colori appesi sulle tele e sulle sculture che sgocciolavano su queste ultime, facendole apparire “assassinate”, ai vari assemblaggi e collages che indagano nell’universo femminile, deridendo i pregiudizi ed i valori ipocriti della società di allora (Niki provveniva da una famiglia molto cattolica e conservatrice ed il fatto che una donna, per giunta artista, sparasse su delle tele costituiva un fatto assolutamente nuovo e rivoluzionario per la società francese, scossa in quegli anni dal militarismo conseguente all’impegno in Algeria).
L’allestimento della mostra di Niki a Nizza è quanto mai vario e fantasioso, infatti per questa retrospettiva i suoi lavori non si trovano esposti soltanto presso il
Sulla spianata davanti all’entrata del MAMAC, dove si possono vedere tante opere anche poco conosciute, provenienti dalle varie collezioni private, si può ammirare una delle sue tante creazioni fantasiose, colorate e umoristiche: una gigantesca statua del mostro di Lochness, alta tre metri e lunga più di cinque , interamente ricoperta di frammenti di specchio che sembra sorridere.
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l'ho vista, è davvero bellissima, così come il museo che la ospita