Il motivo utilizzato qui da Simon Starling è una revisione di una stampa per decorazione d’interni, creata negli anni venti da Josef Frank, architetto viennese che collaborò con Adolph Loos in diverse occasioni.
Frank non visitò mai i Tropici e non ebbe mai esperienza diretta delle suggestioni di quei luoghi; la sua stampa si basava sulla rielaborazione delle rappresentazioni immaginifiche trovate su testi per bambini.
A questo punto Starling interviene riconciliando questa discrepanza, utilizzando come materia prima un particolarissimo albero proveniente da Trinidad, proprio dai quei luoghi la cui realtà Frank aveva ignorato. La remota isola da cui Starling importa questa rara varietà di cedro ci riporta con la mente alla fascinazione di un passato coloniale, a scambi di merci esotiche tra le Americhe e le coste inglesi.
Il ‘Cedro delle Indie Occidentali’ (West Indian cedar) viene abbattuto a Trinidad nel Marzo 2002, e intraprende il suo viaggio verso il Regno Unito e la galleria.
Scegliendo un personaggio come Josef Frank, Starling sembra lanciare uno sguardo nostalgico al modernismo e al contempo riflettere sulle sue debolezze e fallimenti.
Camminando attorno alla tenda e passando nella zona retrostante ci troviamo confrontati con la storia del lavoro. L’artista ci mostra le varie fasi del processo di produzione della tenda. Un lungo tavolo da lavoro coperto di barattoli e secchi di colori, e una serie di forme di legno utilizzate per la stampa della tenda sono disposti come in un laboratorio improvvisato.
Ancora avanti, il grande albero di cedro giace tagliato in 5 parti, enorme, organico e materico con le sua corteccia rugosa e le radici rivolte verso l’alto.
Da questo punto iniziale ed originario dell’intero processo, la prima mano posata dall’artista sul materiale, siamo in grado di ricostruire le fasi del
Starling riformula il documento storico, utilizza l’antecedente creato da Frank per riproporre la storia della sua creazione. Cosi’ facendo l’artista crea una relazione tra il proprio atto creativo e quello passato, permettendo a nuove interazioni, scambi e narrative di inserirsi al suo interno.
Djungel è inoltre testimonianza delle trasformazioni della materia attraverso i processi di formalizzazione e codificazione.
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costanza mazzonis
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