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fino al 26.IX.2010 | Omaggio a Giuseppe Panza | Lugano, Museo d’Arte

di - 3 Settembre 2010
A due mesi dalla scomparsa del conte Panza, i due musei di
Lugano si uniscono per celebrarne le lungimiranti scelte da collezionista e la
generosità nelle donazioni. Il Museo d’Arte espone una selezione delle duecento
opere che donò nel 1994 e 1995 all’altro museo della città, il Cantonale. La donazione,
divisa in due tranche, prima cento opere poi altre cento, testimonia anche
della vicinanza del conte nei confronti della città svizzera, dove si trasferì
nel 1992.

Il nucleo si concentra quasi esclusivamente sull’arte
minimale, uno dei principali filoni seguiti da Panza. Lo stesso filone
celebrato dalla stupenda collezione di Villa Panza a Varese, dove le opere sono
esaltate dagli spazi sobri ed evocativi. Difficile far meglio in fatto di
allestimento, ma il Museo d’Arte si avvicina di molto all’atmosfera magica di
quel luogo: un artista per stanza e nessun cartello esplicativo, come nella
volontà del conte, sale pulite e minimali che diventano evocativi mondi
autonomi.

Le opere poi sono veri gioielli, perfettamente in linea
con l’idea di arte coltivata a partire dagli anni ‘80 dal grande collezionista,
alla ricerca di valori formali e contenutistici archetipici e lineari,
trascendenti anche se non spiritualistici. Come monoliti, oggetti minimali e
misteriosi dalle proprietà totemiche, le opere selezionate riempiono idealmente
le sale anche quando sono di piccolo formato.


A grandi nomi come Ettore
Spalletti
, unico
italiano, e Lawrence Carroll, si affiancano artisti meno noti in Italia, cavalli di
battaglia della collezione minimale di Panza. Tra gli altri, Stuart Arends con i suoi minuscoli cubi di
legno dipinto; le tele di Ruth Ann Fredenthal che simulano la monocromia ma che
vivono di mille sfumature a seconda della luce che le investe; le strutture di Jan
Vercruysse
, a
metà fra l’altare astratto e l’elemento d’arredo, evocato ironicamente e
sublimato.

Meritano un discorso a parte le soavi opere di Roger
Ackling
, piccoli
oggetti in legno di varie forme scavati da solchi paralleli. L’artista li
realizza sulla spiaggia, incidendoli grazie ai raggi del sole che indirizza con
millimetrica precisione con l’ausilio di una lente d’ingrandimento. E spicca
anche il tappeto di muschio di Meg Webster, stupenda riflessione sugli intrecci tra artificio
e natura, arte e realtà, decorazione e arte assoluta.

Anche Roni Horn, in seguito autrice di opere più composite anche se
sempre rigorose, è colta da Panza in versione minimalista: i due enigmatici
coni di rame della sua opera sono totemici, come conduttori di energie non del
tutto catalogabili dall’uomo.


Ma c’è anche un’interessantissima eccezione al taglio
generale della selezione. Per niente minimalisti sono alcuni dei lavori Thomas
Schütte
, le cui
opere di fine anni ‘80 anticipano lo straordinario sviluppo che la sua arte ha
seguito negli anni successivi. L’eleganza è massima, ma compaiono già la
deformazione grottesca delle fattezze umane e la presenza morbosa di materiali
che evocano la scatologicità.

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Panza

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mostra a Lucca con le opere di Panza

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dal 3 luglio al 26 settembre 2010

Omaggio
a Giuseppe Panza di Biumo. Opere della Donazione al Museo Cantonale d’Arte

a cura di Marco Franciolli

Museo d’Arte

Riva Caccia, 5
– 6900 Lugano

Orario: da
martedì a domenica ore 10-18; venerdì ore 10-21

Ingresso:
intero € 8; ridotto € 5

Catalogo Skira

Info: tel. +41
0588667214; fax +41 0588667497;
info.mda@lugano.ch; www.mda.lugano.ch

[exibart]

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