La retrospettiva di Franz West (Vienna 1947) tenta di sovvertire le regole della galleria d’arte che sanciscono la sacralità dell’opera: non avvicinarsi, non toccare, non fotografare… L’allestimento è invece all’insegna dell’interazione a cominciare dalla scultura-panca sistemata nel foyer, un’enorme “salsiccia” metallica rosa fluorescente su cui ci si può accomodare. Nella prima sala i visitatori possono sbizzarrirsi con i Paßstücke (in inglese Adaptives, “adattabili”), piccole sculture in gesso bianco con appendici di fil di ferro, oggetti fatti x essere manipolati, passati di mano in mano, indossati, utilizzati per mettere in gioco il proprio corpo. I visitatori sono incoraggiati a sperimentarli di fronte ad uno specchio nella
Come indica il titolo della mostra, Franzwestite -un gioco di parole con il nome dell’artista che richiama la parola inglese Transvestite, “travestito”- l’opera di West ha un aspetto metamorfico e giocoso. Come rispecchia anche il catalogo: una rivista patinata con tanto di pubblicità.
Formatosi culturalmente negli anni dell’Azionismo viennese, West ha sempre tuttavia mantenuto un ironico distacco di fronte alle cruente performance che animavano la scena artistica dei tempi. La sua critica alla società e al sistema dell’arte prende strade differenti. Come nei lavori su carta, collages in cui personaggi ritagliati da riviste patinate o erotiche vengono accostati in modo incongruo o beffardo ad oggetti con forme dai chiari significati freudiani.
Nell due sale al piano superiore sono esposti i lavori di altri artisti (tra cui Pistoletto,
Una ricerca che fa molto riflettere sulle tante finzioni e convenzioni del sistema dell’arte contemporanea e che forse è troppo “estremo” per essere appieno goduto e compreso dal pubblico.
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