Arcangelo Sassolino, Sospensione della scelta 2025. Glass, stone and steel, cm h 120 x 70 x 47 archive n. AS-2025-019. photo: Pamela Randon
Ci sono immagini che evocano suoni? Invece dei suoni che fanno immaginare immagini? La mostra Fratture Armoniche di Arcangelo Sassolino, inserita nella nona edizione del Lerici Music Festival, curata da Carlo Orsini in collaborazione con Galleria Continua, non vuole rispondere a queste domande, ma provarle, penetrarci e di-mostrarle.
Visitabile fino all’8 agosto, la mostra si lega al tema dell’edizione 2025 del festival, ovvero Musica, immagine, movimento, e si sviluppa come un percorso espositivo che dialoga con i suggestivi spazi di Villa Marigola, portando il pubblico a fare un’esperienza artistica-sensoriale coinvolgente e fisica, scoprendo il lavoro di uno dei più importanti artisti italiani d’oggi. Tutto è inserito in una kermesse del panorama musicale classico internazionale, il Lerici Music Festival, organizzato dall’associazione Suoni dal Golfo e sostenuto dal Mic, da Regione Liguria e dal Comune di Lerici.
Ad aprire il percorso espositivo l’installazione Piccolo Animismo, collocata nel cortile d’ingresso della villa: un grande parallelepipedo di lastre d’acciaio inossidabile saltate tra di loro, in cui una turbina soffia ed aspira l’aria in pressione. Si crea così un movimento costante e randomico del materiale, che nel flettere crea forti sonorità, dei tuoni artificiali. La mostra prosegue nel primo piano della villa, in cui vi sono collocate 10 opere di Sassolino che approfondiscono il tema della percezione della tensione visiva e sonora attraverso l’uso e accostamento di materiali opposti: da un pistone che lentamente rompe un grosso blocco di legno di ciliegio, crepandolo sempre più e facendone risentire il materiale (il suono del legno che si piega e spezza), oppure uno pneumatico con un pistone che ne flette la forma, fermandosi poco prima del punto di rottura (titolo: L’Età dell’oro); ma anche un piccolo vaso di vetro che regge un grande masso pesante qualche grammo in meno delle capacità di sopportazione del vaso (Sospensione della scelta). Queste e altre opere presenti nella mostra giocano con la tensione dei materiali, creando nello spettatore quella sensazione peculiare di limbo che si prova poco prima di un’esplosione, o di un balzo, quell’attimo di attesa prima del manifestarsi di qualcosa, attimo che Sassolino estende ad un tempo imprecisato. A concludere il percorso una raccolta di opere grafiche, dal titolo Azione/reazione, rappresentazione dell’esplosione della cera sulla carta.
Sul suo lavoro, Arcangelo Sassolino spiega: «cerco di catturare è il cambiamento di stato, quell’istante in cui una cosa diventa qualcos’altro, quell’energia e quel potere che esistono nel lampo di assoluta instabilità tra due momenti di equilibrio che sono il prima e il dopo. Mi interessa qualcosa legato ai materiali che collidono, all’equilibrio teso tra di loro, alla pressione che genera forma. Nelle mie sculture vi è una tensione reale, il materiale è portato al suo massimo, poco prima che ceda, così che siano le sculture stesse a parlarci di qualcosa in atto. Lavoro con equilibri potenzialmente instabili». Carlo Orsini, curatore della mostra, aggiunge: «Il legame di Sassolino con il tema del festival può sembrare sottile, ma vi è in realtà un dialogo forte e preciso: tutte le opere dell’artista fanno cantare la materia, grazie alle conseguenze sonore prodotte per attrito, impatto o cedimento dei materiali. Anche quando sono mute contengono una tensione tale che portano ad un suono, magari in potenza nella mente dello spettatore: una potenzialità portata al limite, al di quale vi è una fragorosa reazione. A guidare la scelta delle opere e la costruzione concettuale del progetto vi è il pensiero di Higgins, rappresentante del gruppo Fluxus, che ha teorizzato il concetto di intermedia come termine non prescrittivo, ma una possibilità ovunque esiste il desiderio di fondere due o più media. La mostra si concentra proprio su questo desiderio, facendo interagire suono e immagine in movimento per generare un’arte intermediale, dove nessuno media prevale sull’altro.»
L’interesse del Lerici Music Festival verso l’arte contemporanea non si chiude solo con la mostra, è stato organizzato un programma di Conversazioni a colazione tra arte e musica, a cura di Carlotta Sorba e Carlo Orsini, pensati per essere momenti conviviali in cui si discute di importanti temi culturali, sempre alle 10 del mattino e in diversi bar del centro di Lerici.
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