Inaugura oggi la seconda edizione di Desert X Al Ula, la biennale dâarte contemporanea internazionale che si svolge ad Al Ula, deserto nord-occidentale dellâArabia Saudita, sede del sito archeologico Hegra, patrimonio mondiale Unesco.
Nata dalla collaborazione tra Desert X, la biennale che ha luogo nella Coachella Valley, nel sud della California, e la Royal Commission for Al Ula (Rcu), la rassegna porta in Oriente grandi installazioni tipiche della tradizione occidentale della Land Art, attivando un dialogo tra arte e natura.
Lâesposizione fa parte di un piĂš ampio piano di sviluppo per proteggere e preservare il sito di Al Ula, noto anche come la Petra del deserto dellâArabia saudita. La RCU ha pianificato, entro il 2035, la riqualificazione dellâarea con la costruzione di un complesso museale con gallerie e spazi espositivi allâaperto, atto a mantenere frequentato lo straordinario patrimonio della zona che ospita, tra lâaltro, lâantica cittĂ di Madaâin Salih, il primo sito Patrimonio dellâUNESCO dellâArabia Saudita.
A cura di Reem Fadda, Raneem Farsi e Neville Wakefield, questa seconda edizione ruota attorno al tema âSarabâ ed esplora lâimmaginario collegato al miraggio e alle oasi che, nel tempo, hanno assunto diversi significati.
Reem Fadda, curatorial advisor di Desert X Al Ula 2022, ha commentato:âI concetti di miraggio e oasi nel deserto sono stati a lungo legati alle idee di sopravvivenza, perseveranza, desiderio e ricchezza. Lâoasi riguarda lâidea di trovare la prosperitĂ o il paradiso, mentre il miraggio è un simbolo universale dei misteri dellâimmaginazione e della realtĂ . Essi connotano anche lâincomprensibile bellezza e abbondanza della natura nel suo stato piĂš spoglio â il deserto â e il desiderio ossessivo degli umani di catturarla e controllarla. Sotto il tema del âSarabâ, gli artisti presentati alla mostra â che hanno tutti trascorso del tempo nella regione di AlUla â hanno sviluppato risposte concettualmente legate al sito, ambiziose e sorprendentemente innovative, che affrontano tutte questioni profonde e che emergono dal contesto locale raggiungendo il pubblico di tutto il mondoâ.
I 15 artisti partecipanti, sauditi e internazionali, sono stati invitati a dialogare con il paesaggio desertico e a considerare questi archetipi, dando vita a diverse installazioni, che evocano sogni, miti e apparizioni: Shadia Alem, Dana Awartani, Serge Attukwei Clottey, Claudia Comte, Shezad Dawood, Jim Denevan, Stephanie Deumer, Sultan bin Fahad, Zeinab Alhashemi, Alicja Kwade, Shaikha Al Mazrou, Abdullah AlOthman, Khalil Rabah, Monika Sosnowska e Ayman Zedani.
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