Luisella Traversi Guerra, Nel blu del mio cielo, 2018
Lo spettatore, varcata l’entrata del Museo della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, importante Ente culturale milanese, sancito dal Re Umberto, inaugurato nel 1886, al piano terra viene accolto da 50 opere significative della fase più matura di Luisella Traversi Guerra (1944), luminose e traslucide, come omaggio alla Natura.
Pittrice, scrittrice autodidatta di origine piacentina e di formazione cosmopolita, l’autrice si caratterizza per una stucchevole e ricercata lucentezza insita nella sua policroma tavolozza di colori tenui, fluidi seppure materici che sembrano cogliere le variazioni delle nuances delle diverse stagioni dal segno gestuale in cui impressionismo e informale coesistono. La mostra personale curata e allestita da COIMA Image in collaborazione con la Permanente e Skira, inscena “paesaggi dell’anima”, trasudano di spiritualità e il modo di essere dell’artista che si ritrova non nell’esprimersi, bensì nel dipingere stesso.
La contraddistinguono una ferrea disciplina maturata nel corso del tempo durante soggiorni a Parigi, New York e in Giappone, dove ha esposto in diversi contesti. Ex imprenditrice, impegnata nell’azienda di famiglia in qualità di direttrettore della valorizzazione delle risorse umane, dallo spirito olivettiano, madre di cinque figli e nonna di nove nipoti, artista per vocazione che trova nella pittura “intimista- atmosferica” influenzata da diversi stati d’animo un codice astratto lirico personale in cui si distinguono qua e là vorticose pennellate che configurano la figura del cerchio.
Traversi Guerra oltre agli impressionisti, in particolare elegge suoi maestri Georgia O’Keffe, Van Gogh, inoltre è affascinata dal sentimento per la Natura insita nella cultura giapponese ed è folgorata dall’intensa luminosità della Provenza del Sud della Francia, dove ha vissuto per anni. Da Claude Monet a Ennio Morlotti, nelle opere di Traversi Guerra, tra un impasto materico luminescente e gradazioni di colore, giochi di luce, sfumature di ombre e sedimentazioni tonali, si celano ricordi racchiusi dentro una pennellata vibrante e carica di energia vitale.
Mostra e catalogo edito da Skira, sono convergenti per comprendere, come la maestria della sua arte nel dipingere mira a cogliere l’essenza della Natura, una terra incognita da esplorare come rivelano Delicate armonie (2016), Fioriture primaverili (2018), Rigenerazione (2017) e Il cielo è ancora blu (2018) in cui il colore diventa materia di un naturalismo astratto-poetico da “toccare” con gli occhi e sentire nell’animo.
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