Michael Beutler - Oak Barrel Baroque - installation view - courtesy Fondazione La Raia - photo Anna Positano
Eravamo rimasti esattamente a questo punto. Poi è scoppiata una pandemia, e di Michael Beutler e Oak Barrel Baroque si erano un po’ perse le tracce. Pazientemente abbiamo aspettato, finché un bel giorno arriva la notizia: il 2 ottobre 2021 l’installazione sarà presentata. Il lieto fine di questa seconda avventura di Beutler a La Raia non poteva mancare.
È la prima, e attesa, inaugurazione post-lockdown. Misurate le parole di Ilaria Bonacossa, direttrice di Fondazione La Raia, creata dalla Famiglia Rossi Cairo nel 2013, che nello slittamento obbligato vede l’opportunità di un tempo che «Ha permesso all’installazione d’integrarsi meglio nel territorio». Più dosate ancora quelle di Beutler, evidentemente più a suo agio nella creazione di un site specific che con le mani in mano a parlarne.
Discorsi a parte, finalmente ci siamo, e dove un tempo – citando Beutler – «c’erano le mucche al pascolo» ora c’è Oak Barrel Baroque. Che si presenta grossomodo così come prefigurata nelle parole dell’artista: un’abside attaccata ad una facciata con timpano, sollevato come una specie di palafitta a bagno nel verde. Sostenuta, se così si può dire, da una barrique perfettamente integra. Ed è questa rintanata figura totemica che non ci aspettavamo di trovare, seminascosto memento a ricordare da dove tutto è partito. L’assoluta genitrice, dalla cui scissione è nata questa struttura simil-palladiana, una casetta fatta di rette e curve accompagnate dalla piega tipica dei legni delle barrique.
Per qualche strana ragione della scrittura, mettere in parole Oak Barrel Baroque rende lampante il suo somigliare ad una figura retorica, la “crasi”. Pochi metri cubi in cui Beutler ha concentrato e concretizzato pensieri e fascinazioni vaganti per la sua testa, dal Palladio all’Antonelli; dall’architettura ecclesiastica a quella civile, dal classicismo rinascimentale all’edilizia ottocentesca. Perché come una spugna, Oak Barrel Baroque è capace di assorbire e trattenere svariati stimoli, restituendoli goccia a goccia, man mano che la si perlustra in lungo e in largo. È un luogo che richiama per una sosta e un non-luogo che non trattiene; dove non manca quindi una panchetta defilata per sedersi all’interno, ma senza alcuna balaustra a chiusura del suo portico, o simil-esonartece per essere tecnicamente forbiti e precisi.
A voler fare la parte dei nerd malati di retorica, Oak Barrel Baroque potrebbe somigliare anche ad un “ossimoro”. Tra i suoi obiettivi infatti c’è sì quello di piombare col suo mix di stili “cittadini” in un contesto agreste, come ci raccontava Beutler nell’aprile 2019; ma allo stesso tempo – e soprattutto – d’essere parte integrante del contesto stesso, da cui fondamentalmente nasce, di cui fondamentalmente è emanazione e in cui fondamentalmente torna sotto mentite spoglie.
Intanto il praticello su cui poggia è riuscito a crescere in tempo per l’inaugurazione. Per gli alberi piantati ad hoc aspetteremo ancora, tanto con quasi due anni di pandemia sul groppone ad aver pazienza siamo più che abituati.
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