Pietro Fachini, Gallística, solo exhibition da ArtNoble Gallery, Installation View. Courtesy ArtNoble Gallery. Ph. credit Michela Pedranti
L’esplorazione delle tradizioni locali messicane è al centro della nuova mostra da ArtNoble Gallery di Pietro Fachini, in dialogo con un’opera di Renato Guttuso, proveniente dalla Collezione Ramo. Il progetto è anche vincitore del Premio Milano Drawing Week, di cui si è appena conclusa la quinta edizione. Se lo scorso anno, l’artista aveva portato il pubblico in una dimensione ancestrale e di studio archivistico con Racconti dalle Terre Piumate, il 2025 conduce altrettanto lontano. Con Gallística, Fachini porta alla luce la ricerca sui galli da combattimento, nata durante la residenza in Messico del 2024, con l’amico e artista Kevin Niggeler.
All’interno della Galleria ArtNoble, Fachini ha installato numerosi disegni di galli su grandi bacheche metalliche. Il percorso narrativo è ambientato nello stato di Oaxaca, in Messico, dove l’artista ha osservato in più occasioni le gare di galli da combattimento. La timeline che ne risulta rispecchia un’indagine minuziosa, che parte dall’analisi dell’animale, per rintracciare il tratto giusto con cui rappresentare su carta con la sanguigna e con la calcografia. «Se intendo dipingere un soggetto che non conosco con confidenza, cerco di studiarlo dal vero nell’ambiente più naturale possibile […]», ha affermato l’artista alla curatrice della Collezione Ramo, Irina Zucca Alessandrelli.
Ed ecco che Fachini entra nei pueblos, nei mercati, negli allevamenti fino alle arene da combattimento, dove osserva e pone domande. Da questa ricerca, il reale viene tradotto dal soggettivo: la mano dell’artista stesso. Se nei primi cicli di disegni, i galli sono ritratti nell’atto del passeggiare, la situazione muta man mano che si prosegue. Il tratto diventa più sicuro e la linea cambia, andando ad osare sulle forme. Gli stessi movimenti dei galli sono più concitati. Battaglie, colpi sferrati da speroni in metallo, ali spiegate e voli feroci sugli avversari. «Io vedo i galli come dei guerrieri, dei gladiatori, degli atleti». Ha confidato Memo, allenatore e allevatore di galli da combattimento con 36 anni di esperienza, che ha accompagnato Fachini nella sua esplorazione.
Lo studio dal vivo e la successiva interiorizzazione sono tipici anche dell’opera di Renato Guttuso, Senza Titolo (1974), la rappresentazione di tre polli sospesi a dei ganci in una macelleria. La scelta di Fachini di utilizzare un materiale freddo e asettico come il metallo per i supporti richiama, da un lato l’ambientazione di Guttuso, dall’altro gli speroni dei galli messicani, pronti a ferire mortalmente l’avversario. Ma se nelle opere di Guttuso questa volontà del catturare con la matita assume sfumature politiche, in quelle di Fachini l’intento è quello di studiare e restituire la realtà con empatia.
Pietro Fachini, nella sua scelta di raccontare con il disegno una cultura differente, resta sempre rispettoso. Questo aspetto è rintracciabile anche nelle cinque calcografie, avvolte da cornici di metallo. Ciascuna rappresenta un gallo che ha perso la vita durante uno dei round che compongono il combattimento. Questi animali, rappresentati in precedenza in momenti di forza e nell’atto di sferrare i colpi, sono ora fermi, impressi su carta bianca. Dopo le urla di incitamento, quello che si avverte ora è un silenzio di piombo.
Il memento mori che si viene a creare è molto delicato e simbolico. Dall’essere allenati come combattenti e osannati dal pubblico, dopo la sconfitta non resta altro che una carcassa priva di vita. Nessuna lacrima, nessun attaccamento sentimentale. In questo contesto, la rappresentazione del reale di Fachini non porta con sé il giudizio ma un racconto crudo e veritiero, che narra di terre lontane e spinge la curiosità a volerne sapere di più.
Gallística, di Pietro Fachini, realizzata in collaborazione con la Collezione Ramo per la Milano Drawing Week, sarà visitabile fino al 23 gennaio 2026 presso la ArtNoble Gallery.
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