Dal 19 al 21 settembre 2025 Piacenza ha ospitato la quarta edizione di XNL Aperto, progetto diffuso che trasforma la città e la provincia in un palcoscenico dell’arte contemporanea. Nato nel 2022 e cresciuto anno dopo anno, il progetto nasce con l’intenzione di intrecciare musei, gallerie, spazi indipendenti, archivi e studi d’artista in una rete viva, capace di raccontare l’oggi attraverso linguaggi plurali. Il simbolo scelto quest’anno – l’aquila napoleonica, emblema di potere, ambizione ma anche di dominio – sintetizza bene l’anima della rassegna: riflettere sul rapporto tra antico e contemporaneo, memoria e futuro. La grafica, curata dallo studio Propp, richiama la stratificazione storica di Piacenza e la proietta verso una dimensione di apertura e confronto.
A inaugurare la rassegna, la performance sonora Le forme del suono, ospitata al Conservatorio Giuseppe Nicolini. Curata da Benedetta Broegg e Michele Lombardelli, l’azione – ispirata alla visione di Giacinto Scelsi – ha trasformato lo spazio in una cassa di risonanza, fondendo composizione, improvvisazione e ascolto attivo.
Il fulcro di questa edizione è stato XNL Piacenza, con la video-installazione Manifesto di Julian Rosefeldt. Cate Blanchett, trasformista instancabile, interpreta 12 personaggi diversi in un’opera monumentale a 13 schermi sincronizzati. I testi, oltre 50 manifesti del Novecento, spaziano dalle arti visive alla danza, dall’architettura al cinema, a partire dal prologo con il Manifesto del Partito Comunista.
Rosefeldt gioca sul contrasto tra parola e immagine: proclami di distruzione e rinascita, concepiti per platee artistiche, risuonano nella voce di una casalinga, di una senzatetto, di una maestra elementare. L’effetto è dirompente: i manifesti, nati come dichiarazioni virili e dogmatiche, si incarnano in corpi femminili e in situazioni quotidiane, trasformandosi in domande aperte più che in verità assolute.
Con fotografia impeccabile e montaggio serrato, l’opera non celebra il passato ma lo riattiva criticamente, mostrando come le avanguardie continuino a parlarci nel presente. Manifesto è una bussola per orientarsi in un mondo frammentato, ricordandoci che l’arte resta uno spazio di interrogazione collettiva.
Accanto a Manifesto, un secondo nucleo forte è stato offerto da Volumnia con 32 di Luca Piola, curato da Andrea Tinterri. Il progetto nasce da un ritrovamento fortuito: un pallone da calcio consunto, restituito dal mare, che diventa detonatore di una riflessione visiva e simbolica. La forma archetipica dell’icosaedro troncato – venti esagoni e dodici pentagoni – evoca una genealogia che da Archimede arriva a Luca Pacioli e Piero della Francesca, fino alla molecola di carbonio buckminsterfullerene.
Piola colleziona 12 di questi palloni, trasformandoli in reperti che la fotografia sottrae all’indifferenza, restituendo loro la dignità di corpi cosmici. Le immagini mostrano sfere logorate, posate sulla sabbia come particelle primordiali sospese nel nero del cosmo. Superfici slabbrate diventano tele informali, dove la perfezione geometrica si incrina senza però dissolversi. È proprio questa tensione tra forma ideale e materia consumata a generare poesia visiva: l’instabilità non annulla l’archetipo, ma lo rende più vivo, attraversato dal tempo. Il numero 12, che richiama la totalità umana e l’armonia universale, si carica qui di contraddizioni.
Nei palloni-fotografie di Piola, la geometria si fa fragile, la perfezione si scopre precaria. La fotografia non congela, ma illude di fermare un moto perpetuo, consegnando allo sguardo una bellezza ferita eppure resistente.
32 si inserisce così nel cuore di XNL Aperto come un’indagine sulla materia e sulla forma, capace di trasformare un oggetto quotidiano in metafora universale. La ricerca di Piola mostra come l’arte sappia vedere laddove lo sguardo comune scivola, rivelando l’infinito nel frammento.
Attorno a questi due poli si è dispiegata la costellazione di eventi diffusi: Biffi Arte con Custodi di memoria, Montrasio Arte con la retrospettiva su Cremonini, Spazio BFT con Basilico, Spazio Rosso Tiziano con Il Salotto di Margherita, UNA Galleria con Secret Garden, l’Atelier Valerio Saltarelli Savi, Palazzo Zeni Fiorani con Carta Bianca, e il Museo della Merda con la nuova scultura di Fabio Roncato.
Un capitolo importante è stato il Ducato Prize, premio biennale allestito nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese, che ha portato a Piacenza una giuria e artisti di respiro internazionale. La conclusione, domenica 21 settembre, si è svolta alla Galleria Ricci Oddi con la conversazione di Mario Cucinella, in dialogo con l’Archivio Cremonini.
Questa edizione di XNL Aperto dimostra come la varietà, se ben orchestrata, diventi valore e non dispersione. Il doppio fulcro di Manifesto e 32 ha dato consistenza e forza alla rassegna: da un lato la riflessione sul linguaggio manifesto come strumento critico, dall’altro la ricerca fotografica che trasforma un oggetto quotidiano in archetipo instabile. Se l’arte è anche una forma di geografia emotiva, allora XNL Aperto 2025 ha davvero trasformato Piacenza in una cartografia viva, fatta di simboli, storie, visioni e comunità in dialogo.
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