Jan Fabre, l’eclettico. Jan Fabre, l’eretico, Jean Fabre entomologo anomalo e autore di drammturgie visionarie. Il proteiforme artista belga sbarca a Fabbrica Europa con uno spettacolo ironico e raffinatissimo che innesca una serie di provocazioni e riflessioni sugli stereotipi delle identità sessuali.
Si tratta di un assolo per danzatrice. Sulla scena la protagonista di Quando l’uomo principale è una donna mette in gioco la sua fisicità ambigua: ironica, corrosiva, leggera, Lisbeth Gruwez, stretta in un completo giacca e pantaloni (di cui si libera ben presto), disgrega con grazia tutti i confini (quelli formali e quelli intellettuali) tra l’uomo e la donna. Nella visione di Fabre la mascolinità è inscindibile dalla sua componente femminile, se non altro perché in tempo pre-natale ogni uomo è necessariamente parte della donna.
All’inizio della pièce, una ventina di bottiglie d’olio lasciano cadere lentamente alcune gocce che si raccolgono in lucide, compatte pozzanghere. Una forma di necessità avverte la danzatrice che la preparazione del cocktail al quale si accinge non è a buon punto, Ancora non basta, la sintesi alchemica tra i poli non è ancora raggiunta. L’olio, che ricopre tutta la piattaforma, è il simbolo della vita e della fertilità, sinonimo di fluidità materica, mezzo attraverso il quale naviga la fisicità della danzatrice.
Il corpo androgino e vibrante della straordinaria Gruwez diventa energia pura riempiendo lo spazio scenico con una voracità animale.
Infine, con il parto (letterale) di un oliva, l’androgino si scinde, l’equilibrio primordiale è incrinato, ma sorge la vita.
L’intera messa in scena (strettamente drammatica negli assunti su cui si fonda) è pervasa di leggerezza, dell’ebbrezza del volo (ricordando come in Freud sognare di volare riconduce all’orgasmo). L’olio contribuisce a creare un ulteriore stato della materia che estende indefinitamente i confini del corpo della Gruwez.
In questa dimensione di slancio –dammi il coraggio per fare il primo salto- lo spettacolo scorre cristallino felicemente integrato dal commento sonoro delle musiche Maarten Van Cauwenberghe.
bio
Jan Fabre nasce ad Anversa nel 1958. nel corso della sua attività ha esplorato tutti i possibili linguaggi dell’arte: installazione, scultura, videoarte, coreografia, poesia, disegno. Presente in numerosi appuntamenti di caratura internazionale (Biennale di Venezia, Documenta). Attualmente è artista residente presso deSingel (Anversa)
articoli correlati
Jan Fabre – À la recherche d’Utopia
Jan Fabre a Bergamo
pietro gaglianò
spettacolo visto il 16.V.2004
Negli spazi del Museo del Novecento di Milano, fino al 30 giugno, Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta “Off Script”, la mostra…
La Casa Dentro: una mostra personale di Formafantasma presentata a Fondazione ICA Milano, un progetto espositivo inedito, intimo e poetico…
Gli spazi del cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane di Cagli si aprono all’arte contemporanea con la mostra di Giovanni Termini, nell’ambito di…
Gli agenti dell'FSB, il Servizio di Sicurezza Federale della Russia, hanno perquisito l’archivio del Garage Museum of Contemporary Art di…
A Orbetello, la sala maggiore dell’Arcivescovado, ospita la mostra di Adriano Pompa: un’intima esplorazione del territorio maremmano, tra pitture coloratissime…
Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 29 aprile al 5 maggio, in scena nei…