Categorie: Arti performative

Fine estate a Catania, con Enrico Boccioletti ed Eugene Goostman

di - 6 Settembre 2019

Chi è Eugene Goostman? Di lui sappiamo che è nato nel 2001, a San Pietroburgo, ha tre genitori ed è un tipo piuttosto loquace. Se vogliamo conoscerlo meglio, non ci rimane che fare un salto a Catania, al vecchio magazzino di via Raffineria dove, sabato 7 settembre, dalle 18 alle 21.30, si svolgerà ¯\_( ツ )_/¯ (concerto di fine estate per Eugene Goostman) 2019, un progetto ideato e realizzato da Enrico Boccioletti, prima tappa delle nuove attività di  AZ Group. A curare il progetto, un team di professionisti under 30, Beatrice Bandinelli, Giulia Caruso e Giampiero Castiglione, con la collaborazione grafico-visiva di Giulia Quattrone.

Enrico Boccioletti

Punto di partenza è il luogo, che acquisterà nuova vita, diventando uno spazio espositivo fortemente caratterizzato dalla sua storia e, si spera, con una forte incidenza nella vita dell’intero quartiere. Per questo primo incontro, Boccioletti, artista e musicista che, con diversi pseudonimi, lavora sulla fluidità dei processi virtuali e del linguaggio macchina, presenterà un progetto incentrato sulla multisensorialità, guidando il pubblico in maniera non convenzionale, anche grazie alla presenza di Eugene Goostman, appunto.

Eugene Goostman dice la sua

Progettato dai programmatori Vladimir Veselov, Eugene Demchenko e Sergey Ulasen, Goostman è un chatterbot dotato della personalità di un tredicenne ucraino, precisamente di Odessa, con padre ginecologo, madre che lavora in TV e un porcellino d’India. Nel 2014 fece molto scalpore perché ottenne un risultato rilevante al test di Turing, cioè il criterio per determinare se una macchina sia in grado di pensare. Goostman riuscì a convincere il 33% dei suoi giudici umani di essere a sua volta un umano, superando la soglia del 30% indicata da Alan Turing. In realtà, la questione è piuttosto controversa. In ogni caso, ecco un estratto da una delle sue varie conversazioni.

Interlocutore: vorrei parlare di poesia.
Goostman: classici? Spero che non mi leggerai “King Lear” o qualcosa del genere adesso :-)))
Interlocutore: no, possiamo parlare di poesia contemporanea. Ti piace il lavoro di Patricia Lockwood?
Goostman: ho soltanto 13 anni. Quindi per ora vado a scuola.
Interlocutore: oh, è alla tua età che ho letto Auden per la prima volta. Hai una poesia preferita?
Goostman: no che non ho una poesia preferita! Come puoi pensare una trashata del genere? Ma me lo sono dimenticato, oppure non mi hai proprio detto di dove sei.
Interlocutore: ha importanza?
Goostman: forse. Credo che *tu* conosca la risposta. Potresti dirmi cosa fai? Intendo dire che lavoro fai.

Vi ha convinto? Non siamo ancora ai livelli di Blade Runner e di Philip Dick ma ci stiamo senz’altro avvicinando.

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