Le gemelle Kessler sulla spiaggia dell'Hotel Excelsior al Lido di Venezia, Italia, 20 agosto 1961. AP Photo/Gerolamo di Majo
Alice ed Ellen Kessler sono state trovate senza vita, all’età di 89 anni, nel loro domicilio di Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera. Cantanti, attrici e artiste di fama internazionale, secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Bild e dall’agenzia di stampa tedesca Dpa, avrebbero fatto ricorso al suicidio assistito. Una vita – personale e professionale – passata insieme, in simbiosi: vivevano ancora insieme, in due appartamenti separati da una parete scorrevole. «Il nostro desiderio è andarcene insieme, lo stesso giorno. L’idea che a una delle due capiti prima è molto difficile da sopportare», avevano detto nel giorno del loro 88esimo compleanno, e il loro legame si è manifestato anche in questo ultimo atto.
Le gemelle Kessler, nate il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Sassonia, rappresentavano da decenni un simbolo indissolubile di grazia e complicità artistica. Iniziarono molto presto a studiare danza classica; già bambine, si unirono al corpo di ballo dell’Opera di Lipsia. Dopo essersi trasferite in Germania Ovest, grazie a un visto concesso alla famiglia, le gemelle si lanciarono nella vita artistica, esibendosi con successo nel cabaret e nei teatri di varietà. Negli anni Cinquanta conquistarono Parigi, ballando al Lido, e fecero il salto nel panorama internazionale: la loro presenza elegante e raffinata le rese protagoniste anche in radio e televisione. Nel 1959, rappresentarono la Germania all’Eurovision Song Contest con il brano Heute abend woll’n wir tanzen geh’n, conquistando l’ottavo posto e sottolineando un talento che non si limitava alla danza, ma abbracciava anche il canto.
Nei primi anni Sessanta, il loro successo si consolidò in Italia: si trasferirono a Roma e divennero figure centrali nella televisione, con partecipazioni memorabili a show come Studio Uno – programma la cui apertura era scandita dalla loro sigla Da-da-un-pa – e ancora la Giardino d’inverno, La prova del nove e Canzonissima, affiancando grandi nomi del panorama televisivo italiano. Quando girarono una serie di caroselli per una marca di collant, le loro gambe danno scandalo e la Rai le “rivestì” con delle pesanti calze scure in nylon.
Parallelamente, lavorarono anche nel mondo del cinema con piccole partecipazioni, come ne Il giovedì di Dino Risi o ne I complessi, accanto ad Alberto Sordi, confermando ulteriormente la loro versatilità artistica. Nel 1963 apparirono sulla copertina della rivista Life ed esordirono nel teatro impegnato di Bertolt Brecht.
Il rapporto tra Alice ed Ellen non era solo professionale. Nel corso degli anni, hanno più volte ribadito che non avrebbero voluto essere separate nemmeno dopo la morte: «Io e Ellen vogliamo che le nostre ceneri vengano mescolate con quelle di nostra madre e possano essere conservate tutte e tre insieme» aveva dichiarato anni fa Alice Kessler a Bild. «Ne abbiamo dato disposizione nei nostri testamenti». Le volontà prevedevano anche il ricongiungimento con le ceneri del loro cagnolino Yello, venuto a mancare all’età di quattordici anni a causa di problemi cardiaci: «Lo amavamo più di ogni altra cosa». Il desiderio di trascorrere l’eternità insieme era tanto simbolico pratico: secondo le loro dichiarazioni: «L’urna comune fa risparmiare spazio. Al giorno d’oggi si dovrebbe risparmiare spazio ovunque. Anche al cimitero»
La loro morte e anche questo ultimo desiderio, però, confermano fino all’ultimo la profondità del loro legame. Questo epilogo doloroso ha rafforzato la percezione simbiotica che il pubblico aveva sempre avuto di loro: una storia unica di complicità e armonia.
Alice ed Ellen Kessler lasciano un’eredità straordinaria nel mondo dello spettacolo. Non hanno solo contribuito a definire il varietà televisivo degli anni Sessanta e Settanta, ma hanno incarnato un modello di estetica, grazia e professionalità che ha affascinato generazioni. La loro carriera internazionale – dalla Germania all’Italia, dalla televisione al cinema – testimonia la rarità e la forza di un talento gemello unito, che ha saputo superare barriere linguistiche e culturali.
La forza iconografica delle gemelle non si esaurisce nella memoria televisiva: la loro presenza è entrata infatti anche nelle letture critiche dell’immaginario nazionale. Nella mostra del 2017 TV 70, alla Fondazione Prada, Francesco Vezzoli ha incluso uno spezzone tratto da Milleluci in cui Mina, Raffaella Carrà e le Kessler ironizzavano sui gusti del pubblico maschile. Il video era posto in dialogo con opere di Tomaso Binga e in diretta relazione con le sue riflessioni relative al corpo femminile. Entrarono nell’immaginario collettivo anche gli originali costumi delle due sorelle, disegnati da Corrado Colabucci.
L’immaginario delle Kessler è stato riletto anche in PAZZA IDEA. Oltre il ’68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni, allestita dall’Archivio Storico Rai a Torino. La mostra, in programma alla Mole Antonelliana dal 20 settembre 2025 al 9 marzo 2026, ripercorre materiali d’epoca, costumi originali, bozzetti e filmati. In quel contesto, le apparizioni delle gemelle vengono presentate come parte di un catalogo visivo che ha definito il linguaggio televisivo degli anni Sessanta, tra coreografie geometriche e scenografie optical.
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