Otto anni dopo l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo da parte dei terroristi islamici nel quale furono uccise 12 persone, il settimanale francese torna a far infuriare i fondamentalisti islamici.
Il giornale ha pubblicato proprio in questi giorni un numero speciale dedicato alla rivoluzione in corso in Iran. Questa volta al centro del mirino c’è l’Ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica islamica in una copertina che ritrae una donna nuda, a gambe aperte, pronta ad accogliere l’entrata verso le parti intime di alcuni esponenti religiosi e la scritta “Mullah tornate da dove venite”.
“Fai la caricatura più divertente e più cattiva di Ali Khamenei”, titolava a dicembre l’irriverente e controversa testata in un invito internazionale a partecipare a un concorso di disegno, chiamato #MullahsGetOut. L’iniziativa mirava “a sostenere gli iraniani che lottano per la loro libertà , ridicolizzando questo leader religioso di un’altra epoca e consegnandolo all’oblio storico”.
Il concorso infatti, è arrivato in risposta alla violenta repressione delle proteste da parte del governo iraniano dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, avvenuta a settembre.
Tra centinaia di proposte, 30 sono state scelte per l’edizione speciale del 7 gennaio 2023 di Charlie Hebdo, intitolata appunto “Mullah, tornate da dove siete venuti!”
«Il leader supremo, a differenza di Maometto, non è un profeta, quindi possiamo disegnarlo quanto vogliamo», ha spiegato il direttore di Charlie Hebdo, Riss. Ovviamente non è bastato: il 4 gennaio, il Ministro degli Esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore francese e il giorno successivo ha annunciato la chiusura dell’Istituto francese per la ricerca in Iran “come primo passo”, con ulteriori ritorsioni in arrivo se il governo francese non sanziona i responsabili per le illustrazioni.
«L’atto offensivo e indecente di un [media] francese nel pubblicare vignette contro l’autorità religiosa e politica non andrà senza una risposta efficace e decisiva», ha twittato mercoledì il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian. I funzionari iraniani «non permetteranno al governo francese di oltrepassare il limite. Hanno sicuramente scelto la strada sbagliata», ha aggiunto Amir-Abdollahian. In una dichiarazione del 5 gennaio, il ministero degli Esteri iraniano ha affermato che l’azione “offensiva” era anche «un altro segno dei tentativi del sionismo di esercitare influenza sui media per promuovere l’islamofobia».
Secondo quanto riportato da Artnet, il numero è andato esaurito nella maggior parte delle edicole parigine entro mercoledì sera mentre giovedì, secondo i rapporti francesi, il sito web della rivista è stato vittima di un attacco hacker.
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