Deichman Library
Oslo si preparava a una primavera-estate 2020 decisamente eccitante, ma anche nella città dell’Urlo di Edward Munch, le prime avvisaglie della pandemia del Covid-19 stanno modificando i calendari delle istituzioni culturali. L’apertura del nuovo Munch Museum nel distretto di Bjorvika era già stata rinviata di qualche mese a data da destinarsi, ma ora è slittata anche l’apertura della nuovissima sede della Biblioteca Deichman prevista per la fine di marzo. Quello che, negli anni a venire, sarà uno dei nuovissimi hub culturali scandinavi è in quarantena come la maggior parte di musei e delle gallerie del mondo.
Il museo Astrup Fernley ha chiuso al pubblico venerdì scorso ed è molto probabile che seguirà i protocolli imposti a livello governativo che si orientano verso una chiusura prolungata di tutte le attività culturali a livello nazionale. La Kunstnernes Hus, in pieno festeggiamento dei suoi 90 anni di attività, ha chiuso cinema e tutti i programmi culturali. Il museo Kode di Bergen e la totalità delle gallerie private (che ricevono ora solo su appuntamento) e delle Kunsthalle e musei del Paese prevedono una chiusura cautelativa fino al 14 aprile. Il parco di sculture di Ekeberg ha cancellato le attività.
Tutto si è spostato su Instagram e altri canali social di artisti, istituzioni e operatori culturali che cominciano ad affinare le tante iniziative on line. Anche qui, almeno tra gli operatori della cultura, comincia a circolare il messaggio #unitedinisolation o di altre iniziative volte a continuare la produzione anche in modalità remote (similmente al nostro #iorestoacasa).
Oslo, la città che ha quasi come banner istituzionale l’artista e l’icona più appropriata del momento, lancia comunque un messaggio a rimboccarsi le maniche e non farsi prendere dal panico Covid-19. La mostra più rilevante del momento sembra proprio essere quella della 222T/twotwentytwocontemporary, una artist run gallery nel distretto di Myntgata. “The world upside down”, questo è il titolo, con un’opera di Jeremy Deller sulla vetrina che recita «Everyday I look at the world from my window». C’è da augurarsi che, come nel caso di Munch, uno sguardo lucido sulla condizione umana in chiave oggettiva e anticonformista si potrà un giorno rivelare il potente motore per una ripresa positiva.
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