Womens’ March, 2023, New York. Ph. Francesca Magnani
«Siamo le nipoti delle streghe che non siete riusciti a bruciare», «Posso comprarmi dei fiori da sola e fare le mie scelte», dicevano così, domenica scorsa, due dei manifesti dell’iterazione newyorkese della grande marcia delle donne, la Womens’ March che ha avuto luogo in decine di città degli Stati Uniti. Ovunque si è camminato recitando canti a favore del diritto della donna di decidere per il suo corpo. L’occasione era significativa e simbolica: le attiviste e le ragazze sono scese in piazza a sostegno del diritto all’aborto nel 50mo anniversario di Roe v. Wade, la storica decisione che è stata di recente ribaltata dalla Corte Suprema, eliminando il diritto costituzionale alla procedura medica.
La Women’s March è iniziata nel 2017 sulla scia dell’elezione del presidente Donald Trump. Molti eventi locali quest’anno sono stati guidati da attiviste alle prime armi con poca o nessuna esperienza, il che ha dato loro «Un’opportunità vitale per entrare nel movimento e approfondire il loro rapporto con la politica», ha dichiarato al New York Times Tamika Middleton, portavoce della Women’s March, «Vogliamo rendere la barriera all’attivismo molto bassa da superare».
Così a New York la camminata, che ha portato le donne da Washington Square a Wall Street è stata condotta dall’insegnante afroamericana ventisettenne Ymoni Shavuo la quale, indossando il berretto rosa simbolo della protesta, ha sottolineato l’intersezionalità del movimento nel suo discorso che abbiamo qui tradotto:
«Oggi lamentiamo quel che poteva essere il 50mo anno di tutela costituzionale. L’accesso all’aborto non è solo una questione femminile, è una questione economica e razziale. La maternità forzata è schiavitù. L’unico motivo per cui i politici trascurano i temi della contraccezione e sono smaniosi di vietare l’aborto è perché la nostra economia si basa profondamente sul tasso di natalità non intenzionale della classe operaia per soddisfare le richieste lavorative della nazione. In quanto donne di colore, sono i nostri figli che vengono incarcerati in modo sproporzionato, sono i nostri figli che vengono uccisi in modo sproporzionato dagli agenti di polizia, sono i nostri figli che soffrono quotidianamente a causa della supremazia bianca. Come può il governo affermare di essere a favore della vita quando è chiaramente a favore delle nascite. A causa del fatto che le donne di colore hanno i più alti tassi di gravidanze indesiderate e sono a più alto rischio di tutti gli effetti negativi legati all’attività sessuale come infezioni da HIV, gravidanze non desiderate e alti tassi di mortalità materna, il diritto all’aborto è fondamentale per femminismo Black e diritti delle donne. Roe è molto più importante del mero accesso all’aborto, riguarda l’autonomia del corpo ed essenzialmente la libertà . Nessuno è libero fino a che ogni donna non è libera, e io continuerò a lottare per la nostra libertà perché sono la custode delle mie sorelle».
Alice Neel. I am The Century, è la prima retrospettiva in Italia dedicata alla pittrice statunitense, a cura di Sarah…
L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi piĂą interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…