Due anni fa l’eleganza della May Post invadeva il padiglione olandese in un silenzio algido. Quest’anno la scelta del commissario olandese Rein Wolf è ricaduta su cinque artisti di diversa provenienza culturale ma da tempo attivi in Olanda: Carlos Amorales, Alicia Framis, Meschac Gaba, Jeanne van Heeswijk ed Erik van Lieshout, che si sono confrontati su un territorio complesso ed instabile quale l’equilibrio culturale di una delle nazioni più all’avanguardia d’Europa, crogiuolo multietnico e multiculturale, vittima, suo malgrado, del suo stesso sistema aperto e tollerante.
Il discorso sull’identità culturale olandese, sulle radici e le forze che ne regolano l’andamento è affidato al titolo dell’intramontabile successo pop scritto da Michael
Gli artisti selezionati hanno “scelto” di portare all’interno di uno spazio sociale collettivo la “propria” realtà che proviene dalle origini individuali, dalla storia dei propri paesi. Come Carlos Amorales (Mexico City, 1970), che ha allestito all’interno dell’edificio una vera e propria mini-fabbrica di scarpe, le maquiladoras, prodotte a basso costo in Messico per il mercato americano. In questo caso lo stesso pubblico è invitato ad improvvisarsi “lavoratore”, realizzando le scarpe con i cartamodelli messi a disposizione ed innescando l’ambiguo ragionamento sulla passività del consumo dell’oggetto artistico in quanto “prodotto”. Altro interessante lavoro si è rivelato Anti-dog di Alicia Framis (Barcellona, 1967) basato sulla tragica piaga della violenza (razzista, sessuale, fisica e psicologica) esercitata sulle donne di colore e vissuta in prima persona dall’artista nel Marzahn, quartiere di Berlino. La Framis realizza, grazie al contributo di importanti stilisti di moda, dei veri e propri abiti da difesa (la collezione al momento conta circa 23 capi) che ha mostrato in varie parti d’Europa tra cui la Paris Fashion Week.
Alla fin troppo complessa installazione della van Heeswijk (Olanda, 1965) -che richiede anch’essa il supporto dello spettatore- fa da contraltare il festoso ginger-bar a forma di barca ideato da Meschac Gaba (Benin, 1961).
articoli correlati
Lo speciale di Exibart della Biennale di Venezia 2003
Il Padiglione Olandese della Biennale Architettura del 2002
paola capata
Alla Nuvola di Roma, in occasione della fiera Più libri più liberi, l’Associazione per l’Economia della Cultura apre un confronto…
Fino all'8 dicembre Roma Convention Center – La Nuvola ospita l'edizione 2025 di "Più libri più liberi", la fiera nazionale…
Da Benni Bosetto a Rirkrit Tiravanija, passando per un omaggio a Luciano Fabro: annunciate le mostre che animeranno gli spazi…
Un viaggio in quattro cortometraggi per raccontare quattro luoghi storici di Verona attraverso la calligrafia, la scultura, la musica e…
In occasione della mostra al Centro Culturale di Milano, abbiamo incontrato Nina e Lisa Rosenblum, figlie del celebre fotografo americano…
Andrea De Rosa porta in scena il Dracula nella scrittura di Fabrizio Sinisi: il Teatro Astra di Torino si tinge…