Che la mancanza di idee fosse il morbo che affligge taluna arte contemporanea era cosa assodata, ma duole constatare che il contagio si sta allargando anche alle ultime generazioni. Se alcuni degli artisti in mostra hanno dimostrato in un passato, per niente remoto, il valore del loro operato, nell’esposizione in corso a Villa delle Rose il livello qualitativo non viene mantenuto. I motivi di questo sconfortante prologo sono diversi, ma hanno come comune denominatore la mancanza di impegno dimostrata dai contendenti al Premio, con rare eccezioni.
In primo luogo, vista la giovane (e quindi piuttosto breve) carriera degli artisti invitati, sembra del tutto inopportuno che si pensi al progetto espositivo come ad un itinerario “antologico”. L’istituzionalità e la serietà del concorso dovrebbero al contrario spingere alla sperimentazione ex novo e non alla sintesi del “già fatto”. Allo stesso tempo si nota che la provenienza delle operazioni all’apparenza stranianti e superficialmente dotate di appeal estetico, è oramai storicamente datata.
Per esempio, con il rischio di cadere in errore, si poteva attendere da un artista pluripremiato come Nico Vascellari (Vittorio Veneto – TV, 1976), la presentazione di un lavoro nuovo, sorprendente quanto i precedenti, e non l’elenco dei lavori che l’hanno portato negli ultimi anni all’attenzione del pubblico. Anche se va a lui il premio per la migliore mossa di media strategy per la “catalogazione incorniciata” della pagine pubblicitarie comprate per Cuckoo (2006).
Per Luca Trevisani (Verona, 1979) il discorso non è molto diverso se si considerano Clinamen (2006) e Gibbosa e sfuggente. Da sottolineare, invece, l’iceberg in scioglimento perenne, idealmente carico di accenti poetici, ma riportato alla realtà dalla cruda oggettualità di un vaporizzatore. Alice Cattaneo (Milano, 1976) produce una nuova versione delle sue leggere strutture, mutuate esteticamente da design, architettura e presenta una serie di brevi video-sketch ironici, giocati sullo spiazzamento e sulla destabilizzazione del linguaggio.
Di Nicola Gobbetto (Milano, 1980) è apprezzabile l’idea di un percorso che attende già sulle scale con I love technicolor, We all love technicolor (2007) e che si mostra in quanto tale nella sala da lui occupata. Una composizione di prismi impedisce l’ingresso e all’interno viene celebrata la rifrazione della luce. Elenia De Pedro (Breno – BS, 1976), che si incarica con il suo Self-portrait as a Wall di accogliere lo spettatore all’ingresso, non dimostra con la recente ideazione dei progetti un’altrettanto giovane freschezza di idee, assestandosi semmai sulla teoria della citazione.
Ma la sensazione è che in generale gli artisti abbiano snobbato un’occasione (chi più chi meno), fatto inaccettabile per dei trenenni. Dalla giuria, nei cui panni non vorremo essere, attendiamo il verdetto sul vincitore in marzo.
claudio musso
mostra visitata il 7 febbraio 2007
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tu ssi che sei un intenditore..
gli artisti uomini in mostra sono tutti più o meno interessanti mentre le due ragazze hanno un lavoro di tipo liceale. tutti hanno affrontato la mostra in maniera a dir poco vergognosa, solo vascellari si salva perchè ha fatto un buon allestimento, gobbetto che è l'artista più bravo è stato il più deludente con un allestimento a dir poco castrante.
secondo me il cattivo gusto non ha piu limiti!
cambiate lavoro!!!
ho ossistito ad una performance di Luca Trevisani, di recente a Bologna, che era tra le più brutte che abbia mai visto; oltre che mal copiata da Wurm
ma con quei nomi vi stupite del risultato!? e dire che era un disastro pluriannunciato. come è un disastro pluriannunciatissimo Vascellari alla Biennale! quando accadrà, avremo fatto l'ennesima figura di ......
credo che vascellari sia l'artista che meglio abbia raccontato le sue radici nell'italia continentale, la padania, terra di libertà e passione. In un momento storico in cui risulta così difficile identificarsi in artisti contemporanei che raccontino il proprio territorio in maniera veritiera e attuale, credo che vascellari vada premiato.
PADANIA LIBERA! sempre
la colpa è dei genitori che invece di dargli le mazzate che merita lo accompagnano nelle performances
ma dove Vascellari ha mai fatto dei lavori sorpredenti? ma se fa delle performances che fanno cadere il latte alle ginocchia, non si affronta, toglietecelo dalla vista per favore
da sempre i giovani artisti sono stati bistrattati. Tutto ciò che si rinnova va accettato ed apprezzato come evoluzione altrimenti saremmo rimasti all'età della pietra. Ciò che producono va ammirato con rispetto... Bravi NIco e Nicola...