In mostra alla Sessantaquattro di Baricella fino al 9 giugno 2002 si potranno vedere le opere di quattro giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il progetto Corsie è già al suo terzo anno di attività e vuole promuovere il lavoro di alcuni allievi che, scelti per diversità di linguaggi artistici, illustrano il loro approccio alla cultura figurativa d’oggi, presentando un lavoro che non è freddo esercizio di stile, ma esperienza capace di dialogare in presa diretta con il mondo.
Negli spazi della galleria vengono presentate opere di pittura, installazioni, opere concettuali e fotografie a dimostrazione del fatto che la molteplicità dei linguaggi è un elemento determinante e unificante di queste interessante iniziativa. Ciascuno di loro rappresenta con modalità diverse l’esperienza legata al procedere artistico, sia per quel che concerne le responsabilità storiche, sia per quel che attiene alle suggestioni della cultura di massa, della pubblicità e del design.
Cominciamo dalle opere di Lee Jeonghwa: l’artista con le sue fotografie fa il verso all’arte rinascimentale e moderna.
Le sue opere ripercorrono i miti della storia dell’arte con un approccio senza dubbio intimo e personale. I suoi lavori si avvalgono della diversità fisiognomica dell’artista che si immedesima di volta in volta in una Venere di Giorgione o nel profilo della Duchessa Montefeltro di Piero della Francesca, immagini occidentali per eccellenza, che diventano l’opposto.
L’opera di Federico Maddalozzo è concettuale. L’artista si allontana dalla propria soggettività, esce dal proprio io e si ritrova in immagini dotate da un’aura prestigiosa. La sua attenzione viene catturata da un
Anche il lavoro di Marco Mantovi nasce da una riflessione sulla problematica del fare arte. La sua pittura è fortemente influenzata dall’ottica dei media, ne sono riprese le caratteristiche ossessive ed indagatrici, aggiunte ad una volontà di far grande, di costruire dipinti – sequenza. Nella figura dell’artista al lavoro o in quella del bambino assorto, osserviamo come l’autore si sia posto il problema della visibilità dell’opera, della sua stessa fattibilità, dilatata nello spazio e nel tempo.
In ultimo vorrei segnalare l’interessante lavoro di Barbara Silvestri. La sua installazione come le opere pittoriche, evocano immagini del ricordo e del sogno; un polimaterismo leggero ed aggraziato, i colori e le forme eteree, fili, nodi e garze, materiali leggeri e impercettibili. La sua è una poetica del frammento, è l’inconscio che riaffiora e si allarga in un universo senza centro.
link correlati
attivaria.it/aic/anni/00artisti/maddalozzo.htm
artpromotion.net/comunicati/cs_rassegna_arte.html
gianlucacostantini.com/startx.htm
Cinzia Simoni
mostra visitata il 23 maggio 2002
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