Categorie: bologna

fino al 24.XI.2002 | Angelo Davoli | Sassuolo (mo), Galleria Annovi

di - 4 Novembre 2002

Nella ricerca di Angelo Davoli fotografia, elaborazione digitale e talento pittorico si fondono armonizzandosi in maniera analoga a quanto accade nei suoi dipinti dove archeologie industriali riescono a convivere con scenari naturali. In una temporalità fortemente straniante. L’immaginario cui quest’artista da sempre attinge è dato dalle atmosfere silenti e malinconiche delle aree dismesse: strutture industriali si stagliano contro cieli dai toni quasi irreali e sono immerse in luoghi dalle coordinate spazio-temporali indefinibili. Angelo Davoli subisce il fascino di paesaggi industriali che si configurano quali evocazioni di un recente passato, ancora vivo nella memoria, ma al tempo stesso labile in quanto prossimo alla scomparsa. Questi edifici rappresentano il tempo dell’uomo (quindi della costruzione, dell’artificio) messo a confronto con il tempo ciclico della natura, ossia con un tempo che scorre continuo ed indipendente da tutto. Dall’ambigua convivenza di edifici industriali con brani di natura, queste aree liminali si configurano come luoghi sospesi, meditativi, quasi dotati di un’aura sacrale (ecco il concetto di totem cui dicevamo sopra): dall’accostamento col dato naturale la sottile melanconia che pervade le aree abbandonate risulta come amplificata.
Quello di Davoli è uno sguardo analitico che mediante una pittura di matrice fotografica restituisce delle visioni fredde, sospese tra ciò che è percepito come dato reale ma al tempo stesso è trasfigurato come irreale ed artificiale.
Per la sua personale alla Galleria Annovi, l’artista ha presentato quattordici tele recenti di medie e grandi dimensioni, un’installazione composta da sessanta oli di piccolo formato, una pala d’altare e, per la prima volta, due light box. All’interno di una costante poetica legata alle archeologie industriali questa esposizione testimonia un percorso artistico che ha subito una suggestiva evoluzione. I lavori più recenti sono caratterizzati da una sorta di visione ravvicinata: lo sguardo di Davoli è come se si fosse progressivamente avvicinato a questi edifici fino a focalizzarne esclusivamente dei particolari.
Inoltre l’artista decide di esporre per la prima volta due light box, è questo un modo per suggerire un’interessante e quanto mai attuale riflessione sul fare artistico e sul processo generativo dell’opera pittorica di cui la fotografia resta comunque referente primario.

francesca pagliuca
mostra vista il 30 ottobre


’Angelo Davoli’
Annovi artecontemporanea, Via Radici in Piano 123, 41049 Sassuolo (MO), (Zona Lago Stazione Modena)
A cura di Alessandro Riva
Periodo: dal 25 ottobre al 24 novembre 2002Orari di apertura: da mar a sab dalle 10 alle 12.30, dalle 16 alle 19.30 e su appuntamento
Info: E-mail: info@galleriannovi.com; www.galleriannovi.com ; tel. 0536 8078370


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  • Molto strano! ho visto la mostra ma quello che leggo in questo pezzo non sono davvero riuscita a percepirlo:luoghi sospesi, meditativi, quasi dotati di un'aura sacrale... dove il tempo scorre continuo e indipendente da tutto... ? non credo proprio! ma ad ognuno libera interpretazione!!!

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