La collettiva Intrecciano organizzata da Marco Mango e coordinata da un team di giovani curatori diventa una ricognizione sulle presenze femminili in Emilia Romagna. Punto in comune tra le protagoniste coinvolte è semplicemente quello un po’ scontato e superficiale dell’identità: e emerge un panorama frammentato. E se alcuni percorsi risultano particolarmente significativi, le giovani proposte passano quasi inosservate in uno spazio che modula il ritmo espositivo in maniera estremamente calibrata.
Pittura, installazione, fotografia e video convivono nelle singole declinazioni e, a dispetto della quantità numerica, ogni progetto curatoriale è caratterizzato da un’impronta precisa, connotativa e una certa coesione nelle scelte, di cui in rapida carrellata le proposte più interessanti: da Sergia Avveduti, Zimmerfrei, Simona Spagggiari e Anna Visani fino alla giovanissima Silvia Chiarini che coniuga, in una manualità lenta e reiterata, pittura e ricamo, pattern narrativi e motivi optical, Gilda Scaglioni con un ambiente carico di suggestioni oniriche costruisce una concrezione candida e avvolgente, quasi una cavità uterina in cui bianchi conigli di pezza sussurrano al suo interno affabulazioni legate al rito battesimale ma ambiguamente erotiche. Nel video di Sabrina Muzi la dimensione performativa è molto forte: l’artista scardina tutte le porte della sua abitazione; la costrizione fisica, il ritmo serrato dei movimenti, con
scatti secchi e repentini, genera una duplice sensazione: la ‘rimozione’ della casa come rifugio sembra suggerire un’attesa. L’aprire le porte per aspettare qualcuno o qualcosa. Adriana Torregrossa articola il suo intervento con lavori diversi legati al rapporto con le culture islamiche, lasciando camminare gli spettatori sopra due zerbini per calpestare i volti sorridenti di Bush e Berlusconi. Annalisa Cattani presenta un video e una stampa fotografica legate ad una nuova dimensione intorno al valore: l’investimento affettivo e semantico degli oggetti – che ne determina il possesso fisico e concettuale, come nella sedia legata affinché non sia sottratta – avviene attraverso attribuzioni inconsapevoli ed estranee all’artista: il vicino di casa e tutto il suo cosario usurato e kitsch che ‘vola’ dalla finestra in successive azioni slegate. Le relazioni con oggetti e situazioni più o meno forzati diventano nella ricerca di Annalisa una processualità intensa per coinvolgere l’altro ed esperire spazi e relazioni. Tra le altre artiste invitate: Sabrina Bastai, Annalisa Bondioli, Silvia Camporesi, Elisa Canducci, Monica Carrozzoni, Vanessa Chimera, Claudia Collina, Marina Gasparini, Gilda, Michela Lorenzi, Sara Maccarinelli, Sara Righi, Alessandra Pace, Beatrice Pasquali, Alberta Pellacani, Federika Ponnetti, Anna Rossi, Giulia Ricci, Sandra Sisofo, Chiara Tagliazucchi, Flora Tondolo, Alice Volta e Cristina Zamagni.
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mostra visitata il 27 marzo
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