Dimitri Alithinos (Atene, 1945) continua con questa esposizione il percorso artistico che lo ha portato fuori dalla terra madre, la Grecia, impegnandolo in una costante ricerca di contatti tra arti e culture diverse.
Danze della fertilità mostra una Parigi che brucia; le stesse immagini di macchine in fiamme che hanno invaso per giorni le televisioni e giornali di tutto il mondo. Qui sono accompagnate da foto rappresentanti la sessualità più disinibita, quasi imbarazzante nella sua spontaneità. Nella lotta tra le passioni nulla più è nascosto. Ma tutto è celato. Perché non vediamo prima l’odio nella banlieue e poi l’amore più spinto, o viceversa. Li vediamo insieme, su quei pannelli pubblicitari a prisma che s’incontrano per strada. Pannelli che qualcuno ha inserito erroneamente, poiché le immagini non corrispondono, ci sono pezzi dell’una e dell’altra, mixati. Eros e Thanatos non si oppongono, né si uniscono all’insegna di un’unica passione generatrice. Ci sono entrambi e sempre. C’è amore nella passione della rivolta, odio negli amplessi degli amanti. Ma farli coesistere li rende reciprocamente indeterminati, le immagini divengono enigmatiche, difficile metterne subito a fuoco i contenuti. Mentre l’attualità francese si erge a passione mondiale, totale, la carne dietro ad ogni movimento si rivolta ed appare in tutto il suo clamore.
Dimitris aveva sfruttato l’installazione su pannelli pubblicitari anche in occasione di Artefiera, dando vita ad un’immagine variabile visibile da Viale della Costituzione.
Il tema della corporeità emerge anche ne I fratelli di Medea.
Interessante è poi l’Opera Celata, che l’artista ha appositamente creato per la galleria bolognese, esposta –o meglio nascosta- nel seminterrato. Alithinos ha creato infatti diverse Opere Celate, occuoltate in giro per il mondo, in modo da divenire per l’osservatore non solo esperienza visiva ma esperienza vissuta, ricerca tensivo-personale –e quindi in parte ricostruzione- dell’opera. Una concezione della ricezione artistica, da affiancare a quella delle più invasive performance, in cui lo spettatore gode di un surplus di percezione -vede oltre e di più- entrando fisicamente nell’opera. Spesso a scapito della riflessione.
greta travagliati
mostra visitata il 21 gennaio 2006
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Articolo interessante.
Dimitris Alithinos mette in evidenza il suo pensiero, sulla corporeità e il linguaggio celato, con pitture che mettono in evidenza il viaggio alla riscoperta della carne.