Le fotografie di Tranchina (Bologna, 1972) e le videoproiezioni di Morgantin (Venezia, 1971) sono disposte su pareti giustapposte, ma non visibili simultaneamente. Davide Tranchina propone tre serie di opere, di vari formati e con soggetti diversi, ma riferibili ad un tema unico: la simulazione. Trough the globe non è, come appare, la semplice documentazione di scorci urbani, ma la rappresentazione di città riprodotte su carta, rinchiuse all’interno di piccole bolle trasparenti. Souvenirs che consentono all’artista di rivelare frammenti di case e palazzi, visti più che vissuti; immagini di luoghi artificiali, esibiti nelle architetture più eloquenti. Citazioni fotografiche dei manifesti pubblicitari sono evidenziate nel lavoro Natura morta: pesche, pere, kiwi, yogurt, zucca, sono i soggetti alimentari che in ogni percorso urbano ci occludono la vista di case, fabbriche, spazi verdi, cieli, orizzonti. Davide Tranchina li ri-propone mettendone in risalto le
Il sentiero urbano tracciato dall’artista bolognese termina sulla parete opposta alla scala e, a lato, affiorano dal bianco del muro, piccoli disegni di Margherita Morgantin. Tracce silenziose di momenti di evasione che ci conducono alla saletta in cui viene proiettato Put your bulky bag in the right container. Una prospettiva non canonica inquadra alcune valigie in primo piano, posate a terra all’interno di un capannone vuoto, straniante. L’ambiente è luminoso, lo spazio interno è scandito da pilastri; sul fondo c’è un varco buio. Una figura femminile raccoglie alcune valigie poi si dissolve, ricompare, le posa a terra.
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