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fino al 30.I.2004 | Pirro Cuniberti | Bologna, Museo Archeologico

di - 7 Gennaio 2004

Oltre 200 opere di proprietà dell’artista tratteggiano una panoramica sul lavoro di Pirro Cuniberti (Padulle di Sala Bolognese, 1923) dal 1948 a oggi. Divise in tre sezioni (1948-1960; 1960-1970; fino al 2003), consentono di verificare un’evoluzione, accertare le costanti, rintracciare tematiche, osservare la varietà dei materiali usati, constatare il mutare di tono dei colori, apprezzare le ripetizioni e le singolarità di un percorso che rifiuta di essere etichettato e racchiuso nell’ambito di movimenti. In breve, permettono di accostarsi alla poetica di Cuniberti e di giungere, se non a capire i singoli lavori, certo a esserne affascinati.
Quello nell’opera del disegnatore (così ama definirsi) bolognese è d’altronde un viaggio nell’universo di un personaggio che, pur essendosi mosso lontano dalle mode, non è per questo stato meno sensibile agli stimoli offerti dagli altri artisti. Come attestano le opere in mostra, Cuniberti ha fatto proprie soltanto le influenze tangenti alla sua sensibilità, per filtrare lo stile sintetico degli anni ’40 attraverso i segni di Klee (il suo grande maestro riconosciuto), la matericità della pittura informale e, in parte, le esperienze surrealiste e giungere così a una maturazione in cui resta riconoscibile la poetica degli inizi. Al Museo Civico Archeologico di Bologna sono in mostra disegni, tele, opere su masonite e “libri d’artista”, a dimostrazione che, indipendentemente dal supporto, dalla dimensione (per lo più molto modesta), dal materiale, dallo strumento usato per tracciare i segni (tempera, grafite, biro, china, pastello, creta, colori a olio, cera…) e dalla tecnica, la sintassi del linguaggio cunibertiano resta sorprendentemente coerente.
Il video/intervista all’autore, alla moglie e ad alcuni dei curatori del catalogo (Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Tullio Pericoli, Andrea Emiliani), aiuta, insieme ai titoli delle opere (prolissi, ironici, fantasiosi e a tal punto parte integrante delle opere stesse da essere scritti al loro interno), a trovare una chiave interpretativa per il suo linguaggio. Con pochi segni Cuniberti dà vita a forme poetiche e scarnificate, rarefatte e geometrizzate, che restano sulla soglia dell’immagine e in cui i tratti stessi divengono protagonisti delle opere (Museo di segni, 1975; Natura morta con tre piani e sette segni inutili, 1979; Certificato di cattura di alcuni segni balordi, 1999; Una storia di segni, 2000; Etichette per tre segni omologati, 1997). E nonostante a seconda dei periodi Cuniberti proceda a operazioni tanto diverse quanto l’isolamento dei segni, la loro quantificazione, sintesi, misurazione, numerazione, organizzazione in modo regolare e riordino sulla base dei rapporti tra le cose rappresentate, egli fornisce comunque una visione della realtà a un tempo concisa, armonica e straordinariamente personale.

valentina ballardini
mostra visitata il 5 dicembre 2003


Pirro Cuniberti. Antologica
A cura di Claudio Cerritelli e Dario Trento
Museo Civico Archeologico, Via dell’Archiginnasio 2, Bologna
Orari: martedì-domenica dalle 10 alle 18,30, lunedì chiuso
Ingresso gratuito
Info: 051-233849; fax 051-266516
e-mail mca@comune.bologna.it
Catalogo a cura di Claudio Cerritelli e Dario Trento, edito da Charta, Milano


[exibart]

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  • Molto bella la mostra di Cuniberti. Essenziale, preciso, come se facesse le tele con una bilancia sotto. Da vedere davvero.

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