Così si è visto di frequente nelle
opere teatrali di Jan Fabre, cui dichiara di ispirarsi esplicitamente il francese Pierre
Coulibeuf
(Elbeuf, 1949; vive a Parigi) per questa videoinstallazione, dove caratteri
mitologici – Arianna nel labirinto – si complicano di visioni, incubi e
ossessioni, in una continua negazione della narratività, esaltata in
particolare dalla ripetizione, con scene che ritornano e situazioni di mancati
incontri.
In una struttura architettonica
labirintica, una sposa dal lungo abito bianco corre, inciampa, inseguita da un
grande uccello nero. Un cavaliere agita la sua spada, che si spezza. Un cieco
avanza incerto. Lo stesso Fabre è presenza ciclica che, con un gufo sulla
spalla, pare lottare/cedere al sonno. Insetti e strani animali passeggiano sui
corpi, e Hieronymus Bosch è evocato anche da alcuni particolari movimenti degli
interpreti.
Il cibo masticato passa da una
bocca all’altra, quasi avesse un potere taumaturgico; viene spalmato di rosso
sangue scivoloso un uomo su un tavolo di ferro; passano più volte – o
compongono visioni scure, ritmiche nello spazio – figure nere, incappucciate,
senza volto.
La breve parte del filmato
maggiore (più ampio lo schermo, più complessa e articolata la visione), con un
uomo nudo che salta verso l’alto e ricade a terra, di fronte a sé una bacinella
di ferro, è in loop in una visione di minore formato. Otto fotografie sono
momenti fermi, statici, di quanto è possibile vedere scorrere.
Un piatto di occhi. Insetti che
camminano tra le labbra. Spasmi di desiderio e dolore. “Sono un profeta”, viene ripetuto in diverse
lingue da più personaggi. Un nano attraversa lo spazio portando una falce. I
sensi sono sperimentati e negati, per la vista, l’udito, il gusto. Pappagalli e
sculacciate. Strane creature rettili con braccia di bambino. Solitudini,
ricerche, smarrimenti. Ma anche baci e insaziabilità. Imbuti in testa e altri
cavalieri…
Di particolare fascino alcune
immagini, specie nei passi di danza del cieco e con le figure incappucciate in
quello spazio circolare dagli innumerevoli varchi. Nell’eccesso, comunque
sempre intenso, si avverte il bisogno di comporre tensioni di bellezza.
Il
progetto Promenade a Parma
valeria ottolenghi
mostra visitata il 1° ottobre 2010
dal primo al 31 ottobre 2010
Pierre Coulibeuf – Les
guerriers de la beauté / The Warriors of Beauty
a cura di
Lóránd Hegyi
Galleria delle
Colonne – Cinema Edison
Largo VIII
marzo, 9b – 43100 Parma
Orario: da
lunedì a venerdì ore 9.30-13.30 e 15.30-17.30 su appuntamento; da martedì a
domenica ore 20.30-23 in occasione della programmazione del Cinema Edison
d’Essai
Ingresso
libero
Info: tel. +39
0521964803; fax +39 0521925669; info@solaresonline.it; www.solaresdellearti.it
[exibart]
Si svolgerà in diverse fasi e in cinque quartieri di Roma la terza edizione del Festival Città Foresta, promosso da…
Fino a domenica 1 settembre è visitabile, presso il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, la…
Sino al 7 luglio 2024 sarà visitabile la personale dell’artista coreana Hyun Cho, presso la Blue Gallery di Venezia
Oltre gli stand della super fiera, in mezzo alla folla, le strade, i tram. Ecco l'itinerario di arte pubblica di…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Fotografie e testimonianze per ripercorrere il mito di Raffaella Carrà, in un nuovo volume edito da Treccani con serigrafie in…