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fino al 4.XII.2009 | Dany Vescovi | Bologna, Stefano Forni

di - 16 Novembre 2009
È “il grande libro della natura” a ispirare Dany
Vescovi
(Milano,
1969), di madre francese e docente all’Accademia di Brera. È un universo di
fiori e foglie, a raccontare la bellezza, la complessità del reale, la
perfezione delle cose. E non solo. “Subisco il fascino della natura, che mi
regala l’occasione di parlare il linguaggio della geometria.
E quello dell’ordine, del movimento, del colore”, dichiara l’artista.
Ci sono fiori grandi, in questa prima personale bolognese,
foglie sottili, carnose, e la tela è di lino, nelle venti opere esposte, fra le
quali alcune inedite. A testimoniare l’appartenenza alla natura, il legame
imprescindibile con essa. Foglie scure, ora più chiare e sottili, e pare di
veder scorrere la linfa vitale. Il colore irrompe, prepotente, vigoroso, ora
rassicurante: medium di un artista innamorato delle cromie, che non a caso
insegna proprio cromatologia.
Il colore, infatti, gli appartiene. Le orchidee,
rigogliose, paiono vive nel grande quadro Senza titolo, come quasi tutti i lavori di
questa rassegna. E ci sono linee in verticale, come quelle del quaderno di un
bambino, che s’interrompono e si ricollegano, cambiando colore. Segmenti come
binari per un lungo viaggio, boccioli sospesi, in rilievo, nati dalla tela, e
altri fiori come tracce di colore. Fiori rossi, baciati dal vento, petali come
piume leggere.

Nella sala più grande della galleria, calle giganti si
stagliano sul quadro, abbracciano il visitatore. Le foglie, di nuovo, vivono.
Domina il verde sereno, “nasce l’erba sopra le fosse”: è il mistero della vita. Cerchi
di colore su colore, sullo sfondo viola blu, e linee come un tessuto scozzese.
Sono fiori frammentati, scomposizioni e ricomposizioni, e ovunque rettangoli
come grandi pezzi di un mosaico, a parlare della ricerca di Vescovi, del suo
cammino verso quel “senso dell’ordine” che Gombrich teorizzava.
C’è qualcosa di intimo in questi lavori, che conduce
altrove: a volte i fiori, come frutti rossi, bacche proibite, “l’odore di
fragole rosse
”.
Steli decisi o contorti, texture che ripetono il tracciato delle foglie, la
circonferenza di un cerchio. Forme, queste ultime, che abitano i quadri
dell’artista, interprete dei maestri fiamminghi in Austria nel 2005, insieme a Paul
Renner
. Cerchi
piccoli, grandi, vicini, lontani, luminescenti, a evocare la perfezione. Cerchi
come lente d’ingrandimento da cui osservare la natura. Cerchi di colore, che
salgono e scendono come bolle di sapone, e popolano lo sfondo del quadro. E
orchidee, sospese a grappolo, come un sipario.

Altrove, rettangoli di colore sulla parete dialogano con
una serie di piccoli quadri su carta, incorniciati, dove il lilla è padrone. E
un polittico, ove il colore lascia il posto alla luce, con 25 quadrati che
indugiano in una dimensione bianca.

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cecilia
ci

mostra visitata il 31 ottobre 2009


dal 31 ottobre al 4 dicembre 2009
Dany
Vescovi – In vacua floribus
Galleria Stefano Forni
Piazza Cavour, 2 (zona via Farini) – 40124 Bologna
Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30 e 16-19.30
Ingresso libero
Catalogo con testo di
Vera Agosti
Info: tel./fax +39 051225679; arte@galleriastefanoforni.com;
www.galleriastefanoforni.com

[exibart]


Visualizza commenti

  • Bella la mostra di dany vescovi bello l'articolo di cecilia ci bello il catalogo di vera agosti - sono molto soddisfatta non se ne può più di pittura orrida e feroce - i gusti son gusti finalmente qualcosa di molto ...gustoso

  • Molto gustosa... ma un gelato alla fragola lamponi è preferibile, quadretti da Ikea, piacevoli, decorativi....un buon affare per chi li vende e produce.

  • non credo che esistino quaderni con lin ee verticali... sicuramente non per un bambino...ammanochè non lo si voglia fare diventare scemo.

  • Il gelato alla fragola e al lampone non mi piace, ma veniamo agli argomenti: ci sono elementi in pittura che sono difficili in quanto inflazionati, ad esempio i fiori il paesaggio e i ritratti. Tutto si è fatto e tutto si è detto al proposito. La ricerca di Vescovi contiene alcune novità che meritano di essere prese in considerazione, non mi stupirei anzi se altri artisti si cimentassero in futuro nello stesso modo indagando "il dettaglio".
    Una cosa è certa: l'insieme di tanti fiori in una mostra è una gioia per gli occhi...o non si può dire?

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