Il motto era Arte-vita e lo scopo quello di rinnovare e svecchiare. Con un progetto drastico di cambiamento che investiva arte, costume e politica per rivoluzionare l’esistenza tutta. Un’arte non separata dal quotidiano, che esplorava ogni forma artistica: dalla pittura alla letteratura, dalla musica alla scultura, fino al teatro, alla ceramica, alla poesia e che coinvolse persino il nascente cinema. La mostra, in quest’ottica, offre oltre cento pezzi futuristi usciti dalla fucina romagnola.
Nel trentennio futurista la Romagna seppe infatti proporre figure uniche nel panorama italiano. Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 – Verona 1916) era figlio di romagnoli, ed è intitolato a lui il Gruppo Futurista imolese di Mario Guido Dal Monte (Imola 1906-1990). Romagnolo era anche Francesco Balilla Petrella, il maggior musicista futurista ed anche Riccardo Gatti (Faenza 1886 – Venezia 1972), il primo ceramista del movimento.
Proprio dalla faentina Bottega Gatti uscì il celeberrimo Servizio da Caffè di Giacomo Balla del ‘29, presente in mostra in un tripudio di allegria e dinamismo, colori sgargianti e vivaci. Ma dai forni delle botteghe romagnole uscirono anche le maioliche di Dal Monte, Castellani e Vespignani, plasmate sotto forma di oggetti di uso comune come vasi, piatti, servizi da tè o caffè, posaceneri o mattonelle.
Una sala della mostra è dedicata ai dipinti di Giannetto Malmerendi (Faenza 1893 – Cesena 1968). A testimoniare la sua breve esperienza futurista le opere Moto+Luce+Rumore (1914), Signorina+Ambiente (1914) e Insieme ritmico e dinamico di bar notturno (1915), dove sono ben evidenti gli influssi boccioniani in forme, volumi, colori e pennellate, e in cui a prevalere è l’elemento dinamico.
In mostra anche i temi più cari al movimento: l’amore per la velocità, le tecnologie e la poetica industriale, quest’ultima molto evidente nel dipinto Il Gasometro di Mario Guido Dal Monte, un olio su tela di grandi dimensioni del 1933.
Un futurismo ricco, anarchico e rumoroso. Una corrente che spesso si è configurata come una parentesi per tanti artisti che hanno poi saputo costruirsi un percorso personale, ma che per qualche anno ha accomunato menti brillanti, vive e coraggiose.
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