Mario Galindo in A Thousand Tales, ph. Vito Lorusso
Ha chiamato a raccolta una moltitudine di personaggi del nostro immaginario fiabesco – tra i quali alcune intramontabili icone del repertorio ballettistico – e della letteratura per ragazzi, facendoli incontrare sul palcoscenico del Dubai Opera House (negli Emirati Arabi), imbastiti in un’unica grande storia che ha come protagonisti Cenerentola assieme al Bianconiglio, il White Rabbit di “Alice nel paese delle meraviglie”. Artefice della reunion nel balletto “A thousand tales” (nato su commissione di SAMIT Event Group e creato da Event CDMI Group in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi), è l’italiano Francesco Ventriglia, coreografo freelance – formatosi alla Scala e nelle fila del Ballo scaligero come danzatore -, oggi residente in Australia dove dirige il Sidney Choreographic Centre dopo aver guidato il Royal New Zealand Ballet e dopo la codirezione al Ballet Nacional Sodre dell’Uruguay, e da noi conosciuto anche per aver diretto il Maggio Danza fiorentino.
Ecco allora materializzarsi, oltre a Cenerentola con la matrigna e le due sorellastre, via via, Biancaneve, la Bella addormentata, il Cigno e il perfido Rothbart, Aladino, La Bella e la Bestia, Alice, Il Gatto con gli stivali, D’Artagnan, tutti coinvolti attorno all’oggetto del contendere: la celebre scarpetta creata per magia dalla Fata Smemorina affinché Cenerentola partecipi al ballo reale, scarpetta poi smarrita nella fuga allo scoccare della mezzanotte, e inseguita dal principe alla ricerca del piede che possa calzarla.
Qui, a cercarlo tra le tante fanciulle è, trattandosi di velocità, l’amico Bianconiglio, al quale il principe innamorato affida l’arduo compito ditrovare la principessa cui la scarpacombaci. Tra mille peripezie, fughe e turbinii d’animo, incontri nel bosco di buoni e malvagi, compreso il furto della scarpetta da parte di un malintenzionato Gatto con fioretto e rossi stivali, poi recuperata da D’Artagnan e i tre Moschettieri, si dipana il tumultuoso racconto con inevitabile lieto fine nel gioioso gran ballo finale.
I “mille racconti” del titolo scorrono veloci in questo divertissement all’insegna dell’italianità più prestigiosa. Ventriglia ha infatti coinvolto prevalentemente nomi e competenze d’eccellenza del nostro Paese: dalle étoile dei maggiori Teatri d’Opera, alle firme delle luci (di Valerio Tiberi), della scenografia e dei costumi. Quest’ultimi, preziosi manufatti dalla fantasiosa creatività, trionfo di colori, di eleganza e di fogge per ogni interprete, portano il nome di Roberta Guidi di Bagno, anche set designer del bosco – con porta e casetta del Coniglio ricavata in un tronco -, animato pure da videoproiezioni su un grande schermo che, tra intricate foreste, fiocchi di neve, mari, e palazzi dorati, fa viaggiare i protagonisti. A cominciare dall’ingresso del principe Alessandro Staiano e di Anna Chiara Amirante nel ruolo di Cenerentola, coppia d’arte e nella vita, entrambi étoile del San Carlo di Napoli, e a seguire di Susanna Salvi e Alessio Rezza, étoile dell’Opera di Roma, che vediamo impegnati rispettivamente nei ruoli del Cigno e del perfido Von Rothbart, e poi luminosi nell’interpretazione della coppia orientale di Jasmine e Aladino.
Dalla Compañía Nacional de Madrid provengono altri due brillanti ballerini italiani: Alessandro Riga e Giada Rossi, impegnati nei diversi quadri di Biancaneve, Alice e poi de “La Bella e la Bestia”. Dalla stessa compagnia madrilena proviene il giovanissimo talentuoso Mario Galindo, perno dello spettacolo, perfetto nei panni del cinetico, spigliato, buffo Coniglio Bianco con bombetta e piccole orecchie.
Ad affiancarli c’è il nutrito corpo di ballo del Ballet Nacional Sodre Uruguay, tra le cui fila si distinguono Gabriela Fletcha nei panni di una fiammeggiante Regina di Cuori, e Melissa Oliveira in quelli di una eterea Aurora. Creato sulla musica sinfonica per pianoforte e orchestra (fra i tre Concerti “Travel Notebook”, “From my Bookshelf” e “Childhood Memories”) del compositore ucraino, ma di stanza negli Usa, Alexey Shor, il balletto, di pura fattura classica, alterna sequenze d’insieme a meravigliosi assoli e passi a due, nei quali i ballerini sfoderano il loro virtuosismo, l’espressività e la grande tecnica accademica. Il tutto impreziosito dall’ampio spettro inventivo e dai dettagli coreografici di Ventriglia che con mano sapiente ha plasmato su di loro, mettendo in rilievo, di ciascuno, le abilità peculiari, il talento, le qualità. Sull’incessante onda musicale – che necessiterebbe di momenti di più pacata sonorità e atmosfera – s’innesta l’architettura coreografica che non lascia respiro per bellezza compositiva e citazioni (da “Giselle” a “Raymonda” al “Corsaro”).
Un affettuoso, sincero omaggio, in fondo, questo di Ventriglia, all’intramontabile grande balletto di repertorio, che il pubblico internazionale della Dubai Opera ha accolto con vivo entusiasmo. Uno spettacolo modulabile destinato a viaggiare in Europa, e, si spera, anche in Italia. Come ci augureremmo anche in un ritorno di Ventriglia, magari alla guida di un Teatro o di una Compagnia.
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