Vogue. The Dreamy Talk Room. Ph. Enrico Luoni
Tre spazi dâeccezione che abbiamo visitato nei primi giorni della Milano Design Week. Tre progetti eterogenei, a zig zag tra i distretti piĂč affollati della cittĂ . In una Milano frenetica, creativa, certamente dinamica, a tratti esplosiva. Capitale internazionale del Design.
Prima tappa, The Vogue Closet, nella sede meneghina di CondĂš Nast in Piazzale Luigi Cadorna (dal 19 al 21 aprile). Non gli uffici frenetici â ma patinatissimi â che popolano ogni giorno il cuore della moda di Milano, sâintende, ma unâapertura straordinaria, una mostra diffusa tra le mura dellâedificio, con una serie di installazioni concepite dallâinterior designer Sara Ricciardi. Qualche esempio, solo per accennare lâidea: la stanza che ospita Valentino Sleeping Stock, con le opere degli artisti Georg Haberler, Giada Yeya Montomoli e Thomas De Falco che riusano i «tessuti dormienti della Maison» â lâocchio strizzato con eleganza allâawareness ambientale e sociale; The Iconâs Wardrobe, un viaggio prezioso attraverso la storia della moda grazie allâarchivio di Anna Piaggi, voce indimenticabile del fashion-system internazionale; The dreamy talk room, unâimmersione nellâazzurro per affrontare i temi caldi della moda; ma anche uno spazio a tinte rosa e tema floreale dedicato al nuovo progetto di KIKO Milano, la Beauty Roar Collection. A corredare la mostra The Vogue Closet, anche una serie di talks come I will be your mirror che oggi, dalle 18 alle 18:30, vedrĂ confrontarsi Anna Dello Russo e Stefano Piaggi (partecipazione gratuita tramite registrazione su Eventbrite).
Secondo pit-stop della nostra settimana frenetica, Veleni. Una riflessione accattivante â e solo apparentemente leggera â sul rapporto tra design e sostenibilitĂ . Il punto di partenza: uno studio degli agenti inquinanti che contaminano il ciclo dellâacqua, i «veleni» inesorabili dellâepoca contemporanea. Il progetto di Particle, realizzato dal duo Lanzavecchia + Wai e curato da Maria Cristina Didero: incapsulare queste sostanze nocive in modo sicuro allâinterno di undici oggetti da tavola, tra piatti, ciotole e bicchieri. Il risultato finale: altrettanti oggetti in vetro brillanti, seducenti, eppure ingannatori, che celano a tinte accese il potere maligno dei veleni. Capaci di rendere visibile quello che solitamente non si vede, anche grazie al contributo essenziale dellâapp Particle â con ogni pezzo della collezione accompagnato e approfondito da contenuti esperienziali digitali. Li abbiamo scoperti nella serata di mercoledĂŹ, durante la presentazione al numero 37 di Via Tortona.
Ancora unâiniziativa legata a un nome dellâalta moda, ancora una tappa glamour della Milano Design Week. Il titolo Ăš tutto un programma, letteralmente un imperativo: Vieni a vedere. Ed Ăš stato preso alla lettera dalla fiumana di visitatori che si Ăš accalcata nel negozio di Bottega Veneta di via Montenapoleone per scoprire lâultima creazione di Gaetano Pesce creata appositamente per la maison (dal 15 al 22 aprile). Unâinstallazione immersiva su larga scala, una grotta in resina e tessuto che fa da cornice a unâedizione di borse realizzate da Bottega Veneta seguendo proprio i disegni dellâartista. Per usare le parole di Pesce: «Lo spazio in cui presentiamo le borse Ăš una grotta. Ă stretta, si percorre uno alla volta,che sia sottoterra o in superficie, si trova un modo per attraversarla. Quello che si attraversa in realtĂ Â Ăš la sagoma di una figura intenta a tirare a canestro. Rappresenta quasi una vittoria â non Ăš chiaro se centrerĂ il canestro o meno. In questo caso, la vittoria Ăš una scoperta, la scoperta del linguaggio della rappresentazione. Si tratta di aprire nuove strade al design».
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