E’ momento di consuntivi e progettazione per il nuovo anno scolastico e la scia di iniziative sembra propagarsi in tutta Italia. Nelle Marche, in occasione di Gradara Ludens 2003 si è svolto, sabato 20 settembre, Il gioco dell’arte e l’arte del gioco : convegno sul turismo scolastico, le ambientazioni virtuali e soprattutto sulla didattica museale e la nuova percezione del museo.
Il titolo del convegno risulta essere il primo ostacolo ad una facile comprensione del taglio dato all’evento. La tradizione e la fama legata alla manifestazione Gradara Ludens, ha spinto gli organizzatori alla scelta di accostare realtà legate all’infanzia, al gioco e all’arte non sempre realmente vicine, ma al di là di questo lodevole è stata la volontà, invece, di inserire esperti di animazione museale, di musei dei bambini e di didattica museale in senso stretto. E sono state proprio le singole personalità invitate che hanno dato importanti contributi all’evento che se forse ha peccato della mancanza di un vivo dibattito e di una concreta progettualità ha però fornito interessanti esempi di figure professionali ben inserite nei rispettivi ambiti.
Tra i relatori Anna Casalino esperta di musei dei bambini e autrice del volume I musei per bambini che ha proposto un’esauriente panoramica dei quesiti legati alla realtà di origine americana di queste istituzioni, alla loro evoluzione e crescita , e soprattutto alla loro rielaborazione in chiave europea.
Maria Antonella Fusco responsabile del Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha invece centrato il suo intervento sulla necessità sempre più sentita di lavorare in collaborazione costante tra musei , istituzioni e d università, anche grazie alle modalità Web. A quest’ultime, unite alla Accademie di Belle Arti ha, infine, rivolto un significativo invito a farsi carico dell’urgente questione della formazione degli operatori didattici museali e dell’arte.
Gli interventi finali di Claudio Cavalli animatore del gruppo Clac teatro di Monza e Silvia Spadoni consulente Art’è e curatrice della GAM di Bologna, sono stati invece caratterizzati da un intenso trasporto emotivo, espressione e testimonianza delle loro grandi doti di comunicatori ed animatori.
Una professione, quella dell’operatore didattico, che oltre a non avere ancora quasi nessun riconoscimento istituzionale spesso non trova concordi tutti neppure sul nome. Ma questo forse è proprio dovuto alla natura di questo mestiere.
Sempre sabato 20 settembre, si è svolto ad Alba, il convegno nazionale Gioco quindi imparo ideato per focalizzare il dibattito sulla specifica attività didattica all’interno dei diversi musei italiani e sulla realtà dei Musei dei bambini, eredi della felice esperienza anglosassone dei Children’s Museums. Anche di questo vi daremo presto notizie…
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www.didart.net
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annalisa trasatti
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