Con che filosofia è nato il settore formazione all’interno della Fondazione? Quale il suo attuale ruolo, gli obiettivi.
Fitzcarraldo si occupa dal 1989 di ricerca e consulenza, formazione e documentazione sulla gestione e l’economia delle organizzazioni culturali. Sono attività interdipendenti: le competenze acquisite nell’ambito della ricerca applicata e le reti di conoscenza che ne derivano sono riversate nella formazione, che è sempre intesa in senso pratico (nei nostri corsi si lavora allo sviluppo di progetti culturali reali attraverso strumenti operativi) e supportata dal centro di documentazione, che raccoglie oltre 5mila titoli.
Quali sono i rapporti e gli approcci scelti con le istituzioni storiche detentrici della cultura in Italia: università, musei, biblioteche…
Fitzcarraldo collabora con la Facoltà di economia dell’Università di Bologna per la laurea specialistica internazionale in innovazione e organizzazione nell’ambito artistico e culturale e con la II Facoltà di architettura del Politecnico di Torino per il master in beni culturali. Collaboriamo anche con l’Università Cattolica di Milano, la Fondazione Ater, l’Università di Torino, la Trentino School of Management e altri enti esteri, sempre in termini di coprogettazione e didattica dell’intero percorso o di moduli. I musei sono fra i nostri interlocutori primari sia per le attività di formazione che di ricerca. Da molti anni ideiamo e realizziamo in convenzione con la Regione Piemonte il programma di formazione e aggiornamento degli operatori museali, che comprende corsi in management culturale, giornate di approfondimento su temi come i servizi per il pubblico, l’audience development, gli standard museali sui quali il 3 dicembre abbiamo organizzato una conferenza nazionale.
Come si muove la Fondazione e come utilizza la risorsa del web?
Dal 2002 Fitzcarraldo comprende un’area nuovi media con il compito di sviluppare soluzioni innovative per i progetti di ricerca e formazione, per renderli più efficaci e comprensibili. Oltre a utilizzare il web per varie forme di comunicazione istituzionale, abbiamo messo a regime anche software e piattaforme multimediali per svolgere indagini osservanti nei musei (il progetto Miranda, un progetto che combina ricerca sul campo, formazione e tecnologia), per corsi online di management culturale, per presentare casi di studio sul web…
Quali tra i vostri progetti formativi è risultato particolarmente innovativo?
I nostri progetti non sono mai standardizzati: anche il corso di perfezionamento per responsabile di progetti culturali (CRPC) che realizziamo da dodici anni -e che nel 1993 è stato pioniere in Italia nell’introdurre gli strumenti di management nella cultura- è un progetto in continua evoluzione, che si arricchisce e si rimodella di anno in anno nelle docenze e nei moduli formativi. In tempi più recenti è forse Miranda il progetto più interessante, perché insegna agli operatori dei musei a svolgere delle indagini sul campo (indagini osservanti sui visitatori) utilizzando una tecnologia specifica al fine di valutare l’efficacia degli allestimenti degli spazi museali. Con Miranda, gli operatori museali s’interrogano sulla valutazione dei servizi al pubblico, apprendono a fare indagini in questo senso e a valutarne -con il nostro aiuto- i risultati, grazie anche alla tecnologia.
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