Anche quest’anno, in occasione della mostra
Italics, a Palazzo Grassi non mancano le proposte didattiche. Si tratta di visite guidate e laboratori che nascono dall’intenzione di stimolare la comprensione dei nuovi linguaggi dell’arte collegati a un periodo storico (1968-2008) ricco di avvenimenti socio-culturali che hanno connotato il nostro presente.
Da segnalare innanzitutto i percorsi
Alla scoperta di Italics: un’avventura tutta da toccare, rivolto alle scuole dell’infanzia, e
Italics. Quarant’anni fra tradizione e rivoluzione, per le scuole secondarie di secondo grado.
Il primo si propone di lavorare sulla percezione sensoriale. Attraverso la presentazione di “scatole tattili” di munariana memoria, si aiutano i bambini a esplorare le sensazioni che provocano i diversi materiali. Durante la manipolazione dei materiali, le operatrici leggono storie legate a esperienze tattili e a simpatici mostri pelosi. La lettura è intervallata da dialoghi di commento e approfondimento con i piccoli partecipanti.
Il secondo laboratorio propone invece un percorso alla scoperta del quarantennio 1968-2008, volto a conoscere le generazioni di artisti che si sono avvicendate in questo periodo. Ogni classe è invitata a realizzare un’opera collettiva che sia sintesi della loro avventura. Parallelamente, la medesima classe annota una selezione dei propri interventi su un’opera collettiva stabile allestita in aula didattica.
Per far sì che la visita e il laboratorio non restino un’esperienza circoscritta, ma si possa continuare a lavorare in classe su quanto visto in mostra, è stato creato un dossier distribuito agli insegnanti. Tra le diverse attività proposte,
L’impenetrabilità dello specchio, rivolto alle classi della scuola secondaria inferiore, che pone in relazione l’opera di
Getulio Alviani,
Interrelazione cromo-speculare, e le opere a essa correlate dal punto di vista concettuale con il testo di Lewis Carroll,
Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, per approfondire il concetto di doppio nell’arte e analizzare la parola dal punto di vista grafico. O ancora
Raccontarsi attraverso l’arte, per la scuola secondaria superiore, che invita a riflettere sulla maniera in cui, per alcuni artisti, gli elementi biografici diventano spunto progettuale.
Infine, per concedere un momento ludico-creativo ai bambini che si recano in visita alla mostra di domenica, sono stati predisposti degli atelier che, dopo la visione di alcune specifiche opere esposte, prevedono la realizzazione di piccole opere d’arte. Si passa così dalla riproduzione dei
Filipesi di
Bruno Munari alla realizzazione di mostri pelosi ispirati alla
Vedova blu di
Pino Pascali e alla ricostruzione del giallo dello scoiattolo partendo da
Bidibidobidiboo di
Maurizio Cattelan. Per rendere più piacevole la permanenza dei giovani “artisti”, anche l’aula didattica si presenta con una veste nuova, adeguata alla mostra.
Si tratta nel complesso di un’impresa ambiziosa questa di proporre visite e laboratori indirizzati all’arte contemporanea, a causa della “diffidenza” che ancora si avverte nei confronti di questo periodo storico e per la difficoltà di inserirlo in un percorso scolastico.